Eugene Katchalov ha appena strappato un ricco contratto con PokerStars ed ha vinto solo nel circuito live più di 6,6 milioni di dollari. Eppure, nonostante una vita da poker player professionista lastricata d’oro e piena di soddisfazioni, al player newyorkese di origini ucraine, nessuno riesce a levare dalla testa un futuro da trader a Wall Street.
La Borsa è sempre stata la sua passione: laureato in economia alla New York University, fin da adolescente Katchalov ha sognato un futuro nella City. “Stavo iniziando il mio percorso da trader e sognavo Wall Street. Il poker era solo un passatempo: con otto, nove amici, giocavamo un sit and go da 10$ o qualche partita cash a limiti molto bassi: 0,25$/0,50$."
"Dopo qualche mese - afferma Eugene - ho imparato a giocare online, nei sit da 5 e 10 dollari su PartyPoker. Stavo facendo bene ma pensavo al poker solo per arrotondare e pagare le bollette. Guadagnavo circa 20, 30 dollari al giorno”. Il mito di “Wall Street” continuava ad aleggiare nella sua testa così come è stata fonte d’ispirazione l’omonimo film diretto da Oliver Stone ed interpretato magistralmente da Michael Douglas negli anni ’80 (il remake è uscito tre mesi fa).
La svolta nella sua carriera, ancora agli albori, era dietro l’angolo: “ho vinto 500$ in un torneo da 5$ e da quel momento è iniziata la mia ascesa anche se di giorno continuavo a fare pratica per diventare trader e questo mi limitava molto nell’altra mia attività ludica. Fino alla svolta che è avvenuta nel 2007 con la vittoria nel WPT Doyle Brunson Five Diamond Poker Classic, che mi è valso un premio da 2,4 milioni. Ma nonostante tutto, ho continuato ad impegnarmi su entrambi i fronti”.
Però nel 2008 ha dovuto fare una scelta: “Non riuscivo a fare bene entrambe le cose al 100%, così ho deciso di dedicarmi solo al poker ed i risultati mi hanno dato ragione. Ho scelto il gioco perché mi stava andando alla grande ed inoltre avrei avuto più libertà ed avrei viaggiato in tutto il mondo”.
A gennaio ha vinto il Super High Roller del PCA alle Bahamas da 100.000$ di buy-in ma nella sua testa c’è sempre un chiodo fisso: “Non escludo in futuro di diventare un trader e di lavorare a Wall Street. Magari un giorno, il poker non sarà più attraente per me, come lo è ora. Grazie alla sponsorizzazione con PokerStars posso tornare in Ucraina per promuovere questo stupendo gioco”.
Ed è un ‘vizio’ di famiglia: suo padre ed anche il nonno sono stati giocatori professionisti nell’Unione Sovietica, ma i tempi erano ben diversi rispetto ad oggi.”Il gioco nella Russia comunista era illegale e si trovavano a giocare nei parchi, nelle spiagge ed in case private. Mi hanno raccontato che hanno dato vita a partite incredibili”. Buon sangue non mente.