Mike Mizrachi può tirare un sospiro di sollievo: un giudice texano ha respinto le onerose richieste di risarcimento dell'ex sponsor. La vita di 'The Grinder' si è capovolta nel giro di dodici mesi: nell'aprile del 2010 era stato costretto a vendere due appartamenti per sistemare la sua difficile posizione con la terribile IRS (l’agenzia delle entrate statunitense). In un anno è riuscito a vincere il suo primo braccialetto alle WSOP e diventare uno dei November Nine, guadagnando anche un ingaggio importante con Full Tilt Poker, motivo della disputa giudiziaria.
Nella giornata di ieri è stata resa nota la sentenza della corte distrettuale del Texas occidentale che ha respinto le istanze di Deliverance Poker che sosteneva di essere stata danneggiata da ‘The Grinder’, reo di non aver rispettato gli accordi.
Secondo il giudice Nowlin, il contratto tra la poker room texana e il campione della Florida non ha mai avuto piena attuazione perché la room statunitense non è mai stata operativa. Nei giorni conclusivi delle World Series, Mizrachi ha avvisato formalmente il suo ex sponsor di aver ricevuto un’offerta che non poteva rifiutare da Tiltware (la holding che detiene le quote di Full Tilt Poker). Dal giudice texano è stato poi ravvisato anche un difetto di giurisdizione. Deliverance potrebbe impugnare la sentenza ma l’ipotesi più probabile è che la società venga messa in liquidazione. E Mizrachi potrà finalmente tirare un sospiro di sollievo ed archiviare dodici mesi ad alta tensione lontano dai tavoli da gioco.