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La grind house della discordia: accuse ad un noto player sull’uso dei solver live negli high stakes

Dopo la denuncia del pro di Partypoker, Patrick Leonard, sull’abuso dei solver real time sempre più diffuso (nel mirino sono finiti 50 account russi sospetti) durante le sessioni di gioco, il mondo del poker sta sviluppando una sensibilità diversa in merito a questo problema. E’ passato poco tempo dal grido di allarme del buon Patrick che tre giocatori tedeschi hanno appena rivolto accuse molto pesanti al loro ex coinquilino sull’uso di questi software durante alcune sessioni high stakes.

I tre poker players vivevano insieme al cash gamer Max Kruse (nick GlitchSystem) in una grind house, ma la convivenza è durata poco. A raccontare la storia (e lanciare gravi accuse contro lo stesso Kruse) è l’utente QuiaOmnisIustitia su TwoPlusTwo e lo fa a nome dei 3 grinder coinvolti che avevano anche delle percentuali sulle performance di Kruse (avevano comprato una parte della sua azione, ma quote minime). La rottura tra i quattro è avvenuta quando i tre coinquilini hanno scoperto le presunte pratiche, non proprio regolari (per usare un eufemismo) del grinder tedesco, durante le sessioni di cash game.

Secondo la ricostruzione QuiaOmnisIustitia, Max Kruse avrebbe usato – durante diverse sessioni high stakes online – dei solver real time. Il condizionale è d’obbligo perché fino a prova contraria esiste la presunzione di innocenza.

Per chi non lo sapesse, i solver sono I dei software che aiutano a trovare la soluzione GTO in determinate situazioni durante una mano e sono consentiti solo per le analisi post sessione e non durante.

QuiaOmnisIustitia ha riportato anche la testimonianza di una presunta ammissione di Kruse con uno dei grinder coinvolti, in una chat su WhattsApp. Lo stesso utente su TwoPlusTwo ha pubblicato altri estratti di chat compromettenti.

Le indagini sono in corso (da parte di alcune poker rooms) ma il giocatore non è stato bannato (questo particolare ha aumentato le polemiche in rete soprattutto nei confronti di una room offshore) e fino a quando non verrà mostrata la pistola fumante, è da considerarsi innocente.

Sul forum americano sono state pubblicate delle foto (che lasciano poco dubbi sull’uso di solver ma non siamo ancora certi della loro autenticità ). La sensazione è che siamo solo all’inizio di questa vicenda.

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Nella community del poker mondiale però i sospetti aumentano di ora in ora: a tempo di record (circa un anno) Kruse è passato da essere un grinder medio nel NL100 a giocare ai massimi livelli negli high stakes, con sessioni pesanti e seguendo linee di gioco perfette.

Un gruppo di regular high stakes tedeschi (The German Crew) ha esaminato il suo gioco ed è giunto alla conclusione che sta usando un solver in real time nelle sessioni analizzate. Per loro ci sono pochi dubbi. Ed il nick di Kruse era già finito online su una black list.

Per gli utenti del forum che hanno esaminato le presunte prove ci sono pochi dubbi, hanno già espresso il loro verdetto.

Nelle polemiche è finito anche un noto streamer di Twitch: sembra che sia stato lui il mentore di Kruse e su TwoPlusTwo QuiaOmnisIustitia ha già reso nota la sua identità ai tavoli ed ha messo in guardia gli altri regular. Ma siamo solo all’inizio di questa (brutta) storia, perché diverse poker rooms coinvolte stanno indagando.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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