Un milione è quanto incassano mensilmente gli unici quattro punti autorizzati in Italia per quanto riguarda il texas hold’em dal vivo, cash game compreso. Una goccia nell’oceano se si pensa che solo online (per tornei e sit-and go) i nostri connazionali hanno speso nel mese di luglio 231.7 milioni, escluso il cash (fino ad ottobre non potrà entrare in vigore il nuovo decreto attuativo). Ed è stato un mese di magra, considerando il periodo estivo che non favorisce l’uso di internet.
I dati sulla raccolta online rivelano l’enorme potenziale e seguito del poker in Italia anche per quanto riguarda il live. Nei quattro casinò italiani invece gli incassi legati al texas hold’em sfiorino solo il milione. Un trentesimo della raccolta complessiva delle quattro sale autorizzate che operano, in questo momento, in un mercato oligopolistico, senza concorrenza fino alla tanto attesa regolamentazione. E’ vero che il poker può attirare persone all’interno della struttura ludica e che può incrementare gli incassi anche degli altri giochi, ma si tratta pur sempre di variazioni percentuali minime.
Gli interessi dei casinò vanno preservati per molti motivi e per la loro importanza strategia per quanto riguarda il turismo e l'occupazione, però se il progetto è quello di sacrificare la base del poker live per rilanciare le quattro sale da gioco, il piano risulta fallace. I numeri parlano chiaro e sono la prova di quanto sosteniamo da tempo: il target dei frequentatori dei casinò rispetto alla clientela abituale dei circoli è completamente differente. E la chiusura dei club non ha favorito la raccolta neanche dei casinò.
L’universitario impegnato full time negli studi, che non ha tempo di giocare online e che vuole divertirsi un paio d’ore con gli amici nel week-end, magari partecipando ad un torneo live da 20 euro, non potrà mai permettersi di entrare in un casinò (senza considerare le spese di viaggio e pernottamento). Stesso discorso per un pensionato meridionale che per raggiungere Sanremo o Venezia deve sperperare metà delle sue entrate mensili (buy-in escluso).
La prospettiva cambia completamente, se si dà la possibilità a queste persone di frequentare il circolo della propria città, in un ambiente dove, nella massima trasparenza e legalità, vi è la possibilità di svagarsi qualche ora con al massimo 30 euro, e magari vincere un pacchetto premio per un torneo a Saint-Vincent o a Campione, o in un altra location italiana. Il problema che in questo momento non è possibile.
E’ legittimo porsi una domanda: la regolamentazione del settore tarda ad arrivare, ma il danno nei confronti dell’Erario a quanto ammonta? Il rischio è inoltre quello di rovinare un settore in crescita, senza contare i posti di lavoro sacrificati. Questi ritardi da parte della Pubblica Amministrazione stanno vanificando mesi di entrate milionarie per il Fisco, senza tener conto dei riflessi sull’occupazione.
Senza dubbio il danno è ingente. Lo Stato italiano sta perdendo milioni di euro e molte persone sono a casa (pensate solo ai dealer). Se i circoli fossero a pieno regime, come nel periodo antecedente alla famosa circolare di dodici mesi fa, e fosse entrato in vigore un sistema equo di tassazione, l’Erario potrebbe avere alla voce entrate, importi consistenti. Ed invece tutto tace.
Secondo indiscrezioni autorevoli il regolamento è pronto da tempo ma il Viminale ed i Monopoli di Stato starebbero temporeggiando per lanciare in contemporanea anche le VLT (che sono in fase sperimentale), in modo tale da legare le sale live con le slot di nuova generazione. Ma tra un discorso ed un altro, il settore è ufficialmente fermo da un anno e nei casinò gli incassi legati al poker sono aumentati in maniera del tutto irrisoria rispetto alle aspettative.
Secondo il portale GiocoNews, a luglio le quattro sale da gioco hanno incassato circa un milione complessivo. Vediamo i dati nel dettaglio:
Campione € 204.276,00
Sanremo € 191.573,00
Saint-Vincent € 197.248,00
Venezia € 331.948,90
A luglio a Venezia si è disputato il PokerStars Italian Poker Tour, mentre Campione d’Italia ha ospitato la tappa del Campionato Nazionale di Lottomatica ed organizzato da Italian Rounders.Tornei che rappresentano appuntamenti importanti per il movimento di punta del live italiano ma coinvolgono solo un’esclusiva cerchia di giocatori sponsorizzati e professionisti.
La regolamentazione del poker live potrebbe invece rappresentare un trampolino di lancio per i casinò stessi e attirare interesse nei confronti di chi ancora non si è avvicinato al texas hold’em (e a beneficiarne sarebbe anche l’online). Il gioco dal vivo, con circoli autorizzati in ogni città, sarebbe un fenomenale strumento di promozione del poker, a tal punto che le multinazionali del gioco online hanno già fatto sapere che le sale live possono essere investimenti marketing intelligenti ed efficaci. L’alleanza e la sinergia tra circoli e le quattro sale potrebbe rilanciare il gioco dal vivo anche nel nostro paese.
Luciano Del Frate