All’interno del Caliari Country Club, nella capitale, San Jose, sono piovute chips, coppie d’assi, bad beat ed eliminazioni per gran parte dei tre giorni. E, mentre ci apprestavamo a entrare nelle fasi finali e il diluvio iniziava anche all’esterno, il nostro uragano, in perfetto stile LAPT, non accennava a placarsi.
L’uomo che ha causato tuoni e fulmini in San Jose questa settimana è stato Valdemar Kwaysser, un giocatore di Budapest qualificatosi su Pokerstars, che ha trasformato $200 in quasi $280.000, conquistando il secondo evento del Latin American Poker Tour.
Ha migliorato il suo precedente record, che era di $133.634 vinti grazie a un terzo posto ottenuto nel Sunday Million di PokerStars nel maggio 2007, e l’ha fatto con stile, aggressività, umiltà e, per sua stessa ammissione, con qualche colpo di fortuna al momento giusto.
"Ci tenevo davvero a vincere", ha detto Kwaysser. "Ma so che oggi ho avuto un periodo molto fortunato. Steven [Silverman] mi ha tirato in trappola. Ma questo è il poker. A volte giochi in maniera perfetta e non ottieni i risultati che meriteresti, a volte accade esattamente l’opposto".
Il periodo a cui si riferisce Kwaysser è il momento in cui ha preso in mano le redini del torneo una volta rimasti in tre, crackando i re di Steven Silverman con 10-5 e poi, sempre contro Silverman, superando una coppia di 5 partendo da una coppia di 2. In entrambe le occasioni, ha centrato un colore di picche runner-runner sul turn e sul river.
Dopo quel momento non ha più guardato indietro ed è riuscito a giungere tranquillo al tavolo finale.
Nessuno può però mettere in discussione la vittoria di Kwaysser, visto che è stato una forza inarrestabile fin dal primo giorno, superando una schiera di avversari fra cui i pro del Team PokerStars Daniel Negreanu, Humberto Brenes, Isabelle Mercier, Andre Akkari e Victor Ramdin, prima di arrivare al tavolo finale.
L'heads-up finale vedeva ai due angoli Max Steinberg e Valdemar Kwaysser. Una battaglia in cui l’ungherese era in vantaggio, quanto a chips, di circa 3 a 1. I due sapevano come si gioca heads-up: quasi mai si è visto un flop e ancora meno le carte successive.
Max è riuscito a fare un double up quando i suoi K-J hanno superato A-10 di Valdemar, all-in pre-flop. Gli osservatori però sapevano che c’era qualcosa di sospetto nel modo in cui i due giocatori hanno iniziato a rilanciare a vicenda del minimo possibile su un flop che mostrava 9-8-8 e in pochi sono rimasti sorpresi quando tutte le chips sono finite in mezzo al tavolo.
Max aveva top pair con J-9, ma Valdemar aveva in mano due assi e, come si suol dire, il resto è storia...