Dalle prime proiezioni, effettuate nel mese di maggio, sembrava proprio che le sorti della città del peccato stessero per cambiare radicalmente. Un preoccupante -15% di entrate rispetto al 2007 faceva temere l’inizio di un periodo di recessione che non coinvolgeva solo la città più rappresentativa del Nevada, ma anche tutto lo Stato il quale vede i suoi maggiori introiti provenire proprio dal settore giochi. Addirittura uno degli uomini più ricchi del mondo, Donald Trump, aveva disdetto la costruzione di una catena di casinò a suo nome.
Ma si è tirato un ricco sospiro di sollievo quando è giunta la notizia che, nel penultimo trimestre dell’anno, il settore giochi ha visto una notevole impennata tanto da portare il disavanzo di entrate, rispetto allo scorso anno, a solo il – 3%. La crisi comunque c’è, la si avverte in molti settori oltre al gioco, ma sembrerebbe, dati alla mano, meno preoccupante del previsto.
Con l’avvento del gioco online molte case da gioco in tutto il mondo hanno visto un decremento dei loro guadagni, ma i grandi assembramenti del gioco, come Las Vegas e Nova Gorica (oramai divenuta la Las Vegas europea), continuano a resistere. Complici sicuramente l’ambiente e la compagnia non riproducibili in rete.
Parlando della nostra “città del peccato europea”, Nova Gorica, questa minuta cittadina slovena (30mila abitanti, non più di 17mila nel suo centro), è mèta ogni giorno del pellegrinaggio di migliaia e migliaia d’italiani che vi arrivano da tutta la Penisola. Devoti del gioco e della vita notturna che qui trovano il loro habitat ideale grazie a tre enormi casinò, nei quali poter giocare a qualsiasi cosa, e ad una miriade di locali notturni.