Il vento europeo spira sempre più forte negli States: i casinò americani vivono una crisi senza precedenti ed il black-friday ha favorito le multinazionali del Vecchio Continente. 888Poker, Playtech, William Hill e Intralot non hanno perso tempo e si stanno ritagliando uno spazio importante negli USA.
D'altronde le case da gioco statunitensi hanno commesso un errore di valutazione importante, rinunciando ad operare su internet negli ultimi anni, a causa delle leggi federali restrittive imposte proprio dalle lobby di potere del Nevada; un autogol clamoroso. In questo modo hanno perso liquidità e quote di mercato importanti, visto la crisi economica che ha stroncato l’industria del turismo e dell’intrattenimento a Las Vegas ed Atlantic City.
Della situazione di disagio ne stanno approfittando soprattutto le società europee che grazie al boom dell’e-gaming vogliono reinvestire nel mercato nord americano. Le britanniche 888Poker e William Hill stanno definendo importanti operazioni per essere ammesse (anche online) a Las Vegas ed in tutto lo stato del Nevada. Ma non sono le uniche realtà del vecchio continente a muoversi ufficialmente negli USA.
888 era uno dei brand più noti nel Nord America ma nel 2006, con l’entrata in vigore della normativa UIGEA, decise di battere ritirata e di rinunciare all' importante quota che deteneva nel primo mercato mondiale. La scelta fu dolorosa per le casse del noto casinò online ma nel medio periodo si è rivelata una politica vincente. Il Black-Friday non ha neanche sfiorato la società britannica (con sede in Gibilterra) e gli investimenti nel poker online europeo stanno dando i frutti sperati: nell’ultimo anno il traffico di 888poker è aumentato del 132%.
In primavera, 888 ha siglato un accordo di fornitura dei software a Caesars Entertainment Corp., la multinazionale che detiene i diritti delle WSOP e fa il bello ed il cattivo tempo negli States (è proprietaria di numerosi casinò, tra i quali il Caesars Palace ed il Rio). Ma la sinergia verrà potenziata: sono in corso trattative avanzatissime per creare una joint-venture per il mercato dell’online, sulla falsariga dell’intesa di marzo tra PokerStars e Wynn, saltata a causa dell’inchiesta sul gioco offshore condotta dal Dipartimento di Giustizia di Manhattan.
888 holding ha richiesto una licenza per il gaming online nello stato del Nevada, dove è in corso l’approvazione di una nuova legge. La società inglese e Caesars Entertainment vogliono partire per primi nel futuro mercato (legale) a stelle e strisce. Ha confermato che ci sono i presupposti per una partnership di altissimo livello, il presidente di Caesars Brian Mattingley a Bloomberg News.
Non è un caso che 888poker sia una delle poche rooms che ha deciso di investire nelle WSOP e di sponsorizzare due November Nine: l’ucraino Anton Makievsky e l’inglese Samuel Holden.
888poker potrebbe essere autorizzata dalla Nevada Gaming Commission in autunno. Ma non è l’unica società del vecchio continente protagonista a queste latitudini: William Hill (che è entrata in questi giorni nel mercato italiano) ha completato l’acquisto di due bookmakers autorizzati in Nevada che servono diversi casinò: si tratta dell’ “American Wagering” e “Club Cal Neva Satellite Race and Sportsbook Division”. In questo modo Hill entra nelle sale da gioco della Strip e può partecipare ad un mercato che ha fatturato nel 2010 2,7 miliardi di dollari, per un utile netto di 151 milioni.
William Hill è anche partner storico di Playtech, la software house (proprietaria del network iPoker) che ha sottoscritto un accordo con la potente California Online Poker Association (COPA), per lanciare entro la fine dell’anno il poker online in versione “play for fun” in tutto lo Stato. Si tratta di una joint-venture importante perché si sono affiliate alla COPA, 31 card rooms autorizzate più altre 29 sale federali gestite dalle tribù indiane.
La società greca Intralot invece è l’unico operatore che ha una licenza esclusiva per la gestione online della lotteria statale e del poker nel distretto di Washington.