Il 3 luglio è una data che molti giocatori olandesi non scorderanno tanto facilmente. Il Tribunale dell’Aja ha assolto un uomo accusato di aver organizzato un torneo di poker senza licenza ed alcun permesso, accogliendo le tesi della difesa secondo cui “il poker è un gioco d’abilità e non di azzardo”. La pubblica accusa ha fatto sapere che appellerà la storica sentenza.
La decisione del giudice olandese è importante perché va ad inserirsi in un dibattito europeo a largo respiro. Proprio un mese fa, la Svizzera era arrivata alla conclusione opposta, seppur sotto la spinta della potente lobby dei Casinò elvetici.
Ed anche in Olanda il monopolio di Holland Casino pare invadente nelle questioni riguardanti ogni aspetto del gambling. La società pubblica ha il controllo di tutto il settore, a beneficio dell’erario. Il Ministero della Giustizia si allinea a questa logica e ritiene il poker un gioco d’azzardo: pertanto, qualsiasi tipo di manifestazione necessita di un permesso. Naturalmente solo Holland Casino dispone di una licenza. Fuori da questi confini, il Texas Hold’em è ritenuto illegale.
La sentenza del tribunale dell’Aja va a sovvertire una giurisprudenza consolidata: l’ultima sentenza risale al 1988 e avvalla le ragioni del Ministero della Giustizia. Anche il Gaming Control difende il monopolio di Holland Casino ed ha sostenuto in giudizio che in altri 33 paesi europei, il poker non è considerato uno skill game, ma disciplinato come gioco d'azzardo.
La difesa si è basata sugli studi di un emerito professore universitario di statistica che ha dimostrato come il Texas Hold’em sia una variabile del poker, dove le capacità dei giocatori sono superiori all’alea. In aula è emerso che “il poker è un gioco dove la fortuna è determinante nel breve periodo, ma nel lungo termine l’abilità è senza dubbio prevalente ed il giocatore riesce a far valere le proprie capacità, ed avere maggiore controllo sullo sviluppo del gioco”.
Nel 2008, il ministro della Giustizia Ernst Hirsch Ballin è stato chiamato in Parlamento a rispondere alle interrogazioni di alcuni onorevoli che chiedevano spiegazioni sul perché il poker non fosse considerato un gioco d’abilità. Il ministro ha sostenuto, illustrando alcuni studi, che il rischio di dipendenza era elevato anche in questo gioco. La prima partita però l’ha persa. Ora si attende l’appello.