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Patrik Antonius esclusivo: “il poker cresce in modo costante. Vi spiego l’hero call contro Carrel”

Una nuova, piacevole, chiacchierata con la leggenda Patrik Antonius, incrociato a Barcellona da Stefano Atzei durante l’ EPT.

Ci eravamo lasciati a Barcellona e ci siamo ritrovati nello stesso posto.

Patrik Antonius sente la responsabilità del suo ruolo nel mondo del poker più dei suoi colleghi.

Lo si intuisce dall’importanza che dà non soltanto ai media, ma alla cura maniacale dei dettagli. Vita sana, alimentazione equilibrata, sport, mai una parola fuori posto o un atteggiamento sopra le righe.

 

Antonius: “noi pro dobbiamo dare il buon esempio”

“Molti giocatori non capiscono l’importanza del loro ruolo nell’ecosistema pokeristico – mi spiega senza che nemmeno abbia fatto una domanda precisa – “E’ nostra responsabilità dare il buon esempio, vestirci in modo decoroso al tavolo, non dare in escandescenze, rispondere con cordialità a chi fa il vostro lavoro…”

Ci accomodiamo all’interno del Casinò di Barcellona. Patrik tira fuori uno spuntino che faccio fatica a identificare, credo si tratti di qualche preparato “Veg” la cui consistenza non mi fa certo venire l’acquolina in bocca, ma fortunatamente non siamo qui a parlare di cibo.

“La popolarità del poker cresce in modo costante”

“Chi pensa che il poker sia in declino non ha ben colto il quadro della situazione. Il poker al giorno d’oggi cresce costantemente in popolarità e credo continuerà su questa falsariga anche negli anni a venire. Ho opinioni molto precise sul cosa fare e come farlo, in modo da facilitare l’accesso al gioco a chiunque”.

“E’ necessario aumentare il riconoscimento del poker a livelli internazionale e personalmente ho allacciato rapporti con personalità di spicco nell’industria pokeristica con l’intento di lavorare assieme per migliorare l’immagine del poker player e dell’industria stessa”.

 

“Pregiudizi sui professionisti, ecco la mia nuova app”

“Ancora oggi il pregiudizio su chi dichiara di essere un giocatore professionista è tale da dover necessariamente spiegare in cosa consiste il proprio lavoro. E’ questa una delle ragioni per cui ho creato First Land Of Poker, un’app per mobile tarata per le esigenze dei giocatori e per quelle delle poker room nei vari Casinò”.

“Cerchiamo di mettere in contatto tutti i giocatori del mondo per far sì che si trovino con più facilità o possano sempre avere un quadro preciso di quel che le poker room hanno da offrire. Le possibilità sono tante e il fine ultimo è quello di implementare connessioni e servizi.”

 

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“A Londra, non ho giocato il torneo da 1 milione perché non avevo investitori…”

Quale miglior frontman se non proprio il buon Antonius per dar lustro al mondo del poker a livello mondiale? Tuttavia la sua assenza al torneo dei tornei, il Triton Million High Roller giocato quest’estate a Londra, è rimasta un po’ un mistero vista la caratura del personaggio:

“Avrei voluto giocarlo, lo ammetto, ma non ho trovato i giusti investitori e alla fine ho preferito giocare tutti gli altri tornei presenti in palinsesto ad eccezione dello Short Deck. Come me anche giocatori come Phil Ivey, Daniel Negreanu o Erik Seidel hanno dovuto rinunciarvi. Questi sono solamente alcuni esempi di top player rimasti fuori, anche se potrei fare tranquillamente altri nomi…”

Patrik Antonius al tavolo (photo Stefano Atzei)

“Il perché del mio hero call contro Carrel”

Il tempo stringe, ma prima di chiudere l’intervista riesco a strappargli il thought process della mano che lo ha visto prodigarsi in un fantastico hero-call contro Charlie Carrel al 25K 6-handed.

Per chi non ricordasse lo spot ci troviamo in zona bolla, Charlie e Patrik si trovano in blind war e il britannico decide di aprire a 80K con 8♠ 4♣ ai blind 10K/30K sul buio dell’avversario, che chiama con K♥ 6♣. Entrambi giocano con stack risicati, anche se Carrel copre Antonius di quasi una decina di bui.

Su board 6♥ 9♠ J♦ 5♥ 2♦, Carrel opta per una linea che non convince troppo chi gli sta accanto: c-bet 65K al flop, check to check al turn e overshove al river. E dopo questo piccolo riassunto sentiamo le ragioni che hanno spinto Antonius a chiamare il suo avversario:

“Lo spot era piuttosto complesso e la decisione di chiamare l’ho presa veramente all’ultimo. Quel che mi ha spinto a prenderla è stata la lettura che avevo su di lui, anche se non amo troppo parlarne in questi termini: sono sensazioni che si avvertono al momento, frutto di una serie di elementi che in quel frangente ti portano a percepire l’avversario in un modo piuttosto che in un altro.

Ho provato a pensare una mano con la quale potesse adottare quella linea dopo aver rilanciato preflop e nel suo range di valore non ce n’erano troppe. Credo che avrebbe oprato per il check anche con qualcosa come A-10 dato che avrebbe avuto un minimo di showdown value… “

 

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