Alfonse D’Amato è stato per sedici anni Senatore del Congresso degli Stati Uniti ed è ritenuto ancora un uomo molto influente a Washington. E’ presidente anche della potentissima PPA (Poker Player Alliance), l’associazione dei giocatori statunitensi che vanta più di un milione di iscritti. Ed in questi giorni si è scagliato contro il Dipartimento di Giustizia: “i procuratori vogliono vietare il poker su internet ma lo stanno facendo senza l’appoggio di nessuno, perché hanno agito senza il consenso dei legislatori e del pubblico. E’ stato un attacco a dieci milioni di giocatori americani”.
D’Amato ha scritto un bellissimo articolo sul Washington Post, nel quale racconta la sua passione, e dei suoi ex colleghi senatori, con il gioco del poker. “I politici americani sono tutti innamorati del poker. Al tavolo noi controlliamo il nostro destino; questo gioco è d’abilità. Quando ero ancora a Washington, con molti senatori facevamo nottate a giocare”. L’ex senatore ha raccontato di quando perse in una mano 4.000$ pur con una scala colore in mano.
Una tradizione a Capitol Hill le partite tra politici. “Quando l’allora vice Harry Truman è stato informato della morte del presidente Franklin Roosevelt, stava giocando a poker con lo speaker della Camera Sam Rayburn”.
Il presidente della PPA è stato molto chiaro: “Si parla molto della prossima legge ‘ambigua’ che dovrebbe legalizzare il poker online. Ma c’è un errore di fondo: il Congresso sa benissimo che è un gioco d’abilità. Ed il Congresso sa che i giochi d’abilità nelle case degli americani non devono essere proibiti. Pertanto un gioco che è consentito in casa, non dovrebbe essere vietato su internet”.
“E’ sbagliata la posizione di Obama, del Dipartimento di Giustizia e del procuratore generale Eric Holder che ha gestito la cosa. I procuratori di Manhattan si ostinano a voler vietare il poker su internet ma lo fanno senza l’appoggio dei legislatori e del pubblico: il loro è stato un attacco a dieci milioni di giocatori. E proprio le forti proteste dei players li hanno costretti a fare marcia indietro e a restituire i fondi agli stessi”.
“Il poker su internet non viola alcuna legge federale o leggi della maggior parte degli stati. La più alta corte che si è espressa in materia, riguarda il precedente MasterCard del 2002, nel quale si riconosce che il Wire Act del 1961, normativa anti-gambling applicata dal Dipartimento di Giustizia, deve essere applicata solo alle scommesse sportive online. Nel poker la componente dell’abilità – è stato riconosciuto dal tribunale – è prevalente rispetto a tutto il resto. Il Dipartimento di Giustizia, nonostante tutto, continua a sostenere che sia solo un gioco di fortuna”.
“Tutti giocano a poker ma è incomprensibile che i nostri politici non consentano il gioco su internet eppure è legale poter scommettere online sui cavalli oppure giocare alla lotteria online. Il questo modo i procuratori privano gli americani del loro hobby preferito e molti professionisti della loro fonte principale di sostentamento”.
D’Amato, per concludere, si riserva di sferrare una bella frecciata: “essendo anche un giocatore di poker, Obama dovrebbe sapere che i procuratori del Southern District di New York, hanno abusato dei loro poteri, sono andati oltre ed hanno messo in atto un’azione spettacolare, fuori da ogni limite consentito. La loro azione dovrebbe essere frenata dal Congresso. L’amministrazione dovrebbe essere ritenuta responsabile di questo vergognoso affronto alla libertà individuale. Gli americani hanno diritto di giocare al più grande gioco americano”.
“Con tutti i players stiamo combattendo per proteggere la nostra libertà di giocare a poker su internet. Stiamo lottando per la nostra mano vincente, e questa volta non stiamo bluffando”.