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Roberto Saviano e quegli errori sul gioco che lo rendono 'umano'

"Non credere a nessuno che dice sempre la verità". Lo scriveva Elias Canetti nel 1973, quando Roberto Saviano non era ancora nato. Ma dopo aver visto l'ultimo monologo dello scrittore napoletano su La7, pare quasi che l'aforisma sia stato ispirato da lui.

Roberto Saviano

Tutto è accaduto venerdì sera, all'interno di "Z", la trasmissione condotta da Gad Lerner, che ospitava proprio l'autore di Gomorra sul tema "come il gioco pulito sta mangiandosi l'Italia". Per poco meno di 20 minuti Saviano parla di gioco e criminalità, spaziando dalla storia dei gangster che fecero successo a Las Vegas riciclando denaro fino ad arrivare ai giorni nostri, alla situazione del gioco - legale - in Italia.

Sia chiaro: chi scrive ha sempre avuto stima incondizionata di Roberto Saviano e di ciò che rappresenta per il risveglio delle coscienze civili in Italia. Ma le inesattezze, imprecisioni e cantonate prese dal popolare scrittore impongono alcune precisazioni, e qualche riflessione.

MAFIA E LUDOPATIE - Si parte da un assunto talmente ovvio da essere autoevidente: le organizzazioni criminali hanno sempre visto nel gioco d'azzardo un canale preferenziale per riciclare denaro sporco, da reimmettere poi in mercati “puliti”. Da cittadini, poi, non si può non condividere la considerazione sull'eccessivo proliferare di sale slot e vlt in Italia, un fenomeno che sfocia ormai molto spesso in episodi di cronaca e che diverse associazioni combattono con vigore (Sulla questione “lotta alle ludopatie”, per inciso, noi siamo l'unico sito del settore del gioco in Italia ad aver lanciato un'iniziativa concreta.)

SCIVOLONE #1 -Con il suo classico modo di raccontare, Saviano parla di alcuni metodi usati dalle mafie per riciclare denaro. Alcune storie sono note, altre meno, altre ancora poco credibili. Ad esempio, quella sul riciclaggio tramite le scommesse sportive lascia perplessi: giocando tutti e tre i segni (1, X e 2) di una partita non solo non si vince, ma si perde una parte del capitale speso. Ok, per il riciclaggio è di norma usare attività che non portano profitto, ma esistono metodi molto meno dispendiosi di quello raccontato da Saviano. Nelle scommesse, casomai, gran parte del riciclaggio avviene tramite la piaga delle partite truccate.

Nonostane questo scivolone, l'atmosfera rimane quella classica dei suoi monologhi, con momenti di indignato stupore che lui ha un indubbio talento nel suscitare. Ma ad un certo punto sento qualcosa che mi fa sobbalzare sulla sedia.

SCIVOLONE #2 - Cito testualmente “e poi c'è internet, lo strumento più terribile per il gioco oggi. In internet le mafie riciclano così: è semplicissimo, entrano in un sito di gioco online, si aprono un account, versano dei soldi, giocano un 3/4% di quella somma, e poi si fanno - perchè il gioco online lo permette - si fanno rispedire quei soldi che hanno versato con un assegno. In quel modo soldi sporchi - magari arrivati dall'estero sull'account - rientrano in Italia attraverso questo giro.”

Questo non solo è uno scivolone, ma una TOTALE falsità. Chiunque abbia prelevato soldi almeno una volta da un conto di gioco online sa che ogni somma versata su un sito munito di licenza AAMS deve essere rigiocata almeno una volta per intero (talora anche più di una), prima di poter essere prelevata.

Inoltre, versamenti troppo ingenti e/o frequenti attirano inesorabilmente l'attenzione delle agenzie antiriciclaggio, che per ogni movimentazione sospetta avviano indagini sui giocatori in questione. Non è un segreto di stato, sono comuni norme che qualsiasi correntista di qualsiasi banca ormai conosce bene.

La gravità di tale menzogna si aggrava quando poco dopo, Saviano opera una totale associazione tra la mafia e i concessionari di licenze di gioco, che per lo scrittore napoletano diventano sostanzialmente tutti dei prestanome.

TASSE BASSE? - L'ultimo colpo ad effetto dell'autore di Gomorra è l'allusione alla mafia che chiederebbe allo Stato di tenere bassa la tassazione sul settore del gioco. Probabilmente Saviano si riferisce al settore di slot e VLT, ma anche qui non specificare equivale a sparare nel mucchio. Quello con cui ci confrontiamo tutti i giorni noi, che ci occupiamo di poker online, è un settore che è già al limite della sostenibilità per i livelli del regime impositivo. Inoltre, una tassazione ridotta è essenziale in giochi ad alto payout (=che restituiscono al giocatore larga parte del denaro immesso), come ad esempio il poker.

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Il monologo va avanti, tra altre imprecisioni (come l'ormai classica confusione fra volumi di gioco e spesa dei giocatori) e non una parola sulle aziende sane che operano nel settore del gioco, non una parola sul fatto che la legalizzazione del gioco abbia sottratto miliardi dalle casse delle mafie. Solo la delegittimazione di tutto un comparto - etichettato come intrinsecamente malavitoso.

LA MACCHINA DEL FANGO 3.0 - Sull'altare di un problema reale - quello delle infiltrazioni della criminalità in settori puliti dell'economia - si sacrifica arbitrariamente tutto un settore. Lavoratori, famiglie, aziende, che pagano regolarmente le tasse cercando di far quadrare i conti in un momento di difficile congiuntura, marchiati mediaticamente come amici delle mafie. Una colossale macchina del fango, un fango in qualche modo "uguale e contrario" a quello che lo stesso Saviano denuncia da anni nei suoi pamphlet.

Provo del fastidio a scrivere queste righe su di lui, ma sento il dovere di farlo. Roberto Saviano è un patrimonio e un orgoglio per l'Italia che non si arrende, che vuole tenere la schiena dritta e che vuole dire le cose come stanno. Ma è un essere umano, non un infallibile semidio come ormai milioni di fans lo hanno eletto.

Saviano incarna il coraggio che tutti vorremmo avere di mettere la propria vita a rischio, di dire verità scomode, di andare contro i poteri forti e contro le mafie – ma che quasi nessuno di noi ha. Così gli abbiamo consegnato una delega in bianco, con il rischio però concreto che la sua grande utilità sociale si tramuti in una gigantesca pulizia collettiva delle coscienze.

I DANNI DEL "SAVIANESIMO" - C'è una sorta di sistema editorial-mediatico che vorrebbe impedire la messa in discussione - totale o parziale – di ogni manifestazione del saviano-pensiero, un sistema che inizialmente si contrapponeva alle varie lobby politico-affaristiche alimentandosi del grande consenso di pubblico. Un consenso che si è fatto via via sempre più incondizionato - come si accennava poc'anzi - rendendo di converso tale sistema sempre più allergico alle normali dialettiche.

Da questo “savianesimo” bisognerebbe salvare Roberto Saviano, e un po' anche da se stesso. Non esiste un uomo-oracolo, non esiste il dovere supremo di raccontare sempre la verità e tutte le verità, semplicemente perchè per farlo bisognerebbe documentarsi in maniera minuziosa anche su settori di cui non si ha conoscenza sufficiente. Proprio il caso di cui stiamo parlando oggi.

Un'entità monolitica rischia di patire più del dovuto le prime crepe. La gente potrebbe non credere più a nulla, dopo aver creduto a tutto ciò che dici. Non se lo merita, Roberto. Si lasci consigliare da Canetti.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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