I legali di Full Tilt Poker hanno confermato che entro le prossime due settimane saranno a Manhattan per un confronto con i procuratori del Dipartimento Sud di New York: l’obiettivo è convincerli ad avvallare il piano di rilancio della red room (lontano dagli USA) con nuovi investitori e a tutela dei creditori.
Le trattative in Francia hanno infatti dato esito positivo. L’unica incognita rimane l’AGCC: in caso di revoca della licenza, rischiano di saltare gli accordi. E dalla piccola isola britannica tutto tace, i segnali non sono confortanti e proprio per questo motivo, la cordata transalpina si sta attivando con l'ente regolatore ed è probabile un incontro imminente tra le parti.
Con le orecchie tese a Londra e New York c'è il Sindacato Italiano per la Tutela dell’Investimento e del Risparmio (SITI), prima associazione a valutare la praticabilità di una class action europea contro il sito irlandese. Ed ora i suoi responsabili hanno individuato una possibile strada per salvare la red room e soprattutto tutelare gli interessi dei players italiani e non solo. Un'iniziativa che in meno di 24 ore ha già raccolto l'adesione di 120 players (ed anche alcuni pro famosi).
Il Sindacato, fondato nel 1994, conta 22mila associati che sono stati assistiti in class action molto complesse e note al grande pubblico. L’associazione in questi anni ha promosso azioni collettive contro Parmalat, Alitalia, Viaggi del Ventaglio, Cirio ed altre importanti realtà italiane. Negli ultimi mesi ha ottenuto un maxi risarcimento per la vicenda Freedomland, ottenendo la condanna di Virgilio Degiovanni, Banca Leonardo, Dianthus e Consob.
L’idea è quella di convertire i crediti dei players in azioni: in questo modo Full Tilt Poker diventerebbe di proprietà degli stessi giocatori con una nuova gestione. Naturalmente, più aderiranno all’iniziativa e maggiori saranno le possibilità di tutelare i propri interessi economici e salvare il sito da una situazione finanziaria disperata.
Il maggiore debito di Full Tilt è proprio quello nei confronti dei giocatori (pari a 300 milioni di dollari). A lanciare l’idea è il segretario nazionale del SITI, Domenico Bacci.
Dottor Bacci, l’idea come è nata?
"Il presupposto è semplice: quale giocatore non vorrebbe essere azionista della propria poker room preferita?"
Come si può realizzare?
"Bene, trasformo i mio credito verso Full Tilt Poker in azioni della nuova società, cui dovranno essere conferiti marchi, piattaforma di gioco e licenze".
Quindi una nuova FTP gestita però dai propri giocatori?
"Si tira una riga con la vecchia gestione e si ricomincia a lavorare, stavolta nella legalità, perché gli azionisti-giocatori di FTP sono anche il suo principale asset: sono anche i clienti".
Una soluzione che potrebbe accontentare tutti?
"Un esempio di operazione Win/Win: la società si sdebita e rinasce, i creditori diventano azionisti e con i proventi futuri recuperano in poco tempo anche i propri crediti monetari, i lavoratori non perderanno il loro posto di lavoro, ma soprattutto i giocatori potranno tornare a giocare sulla piattaforma preferita".
Quante possibilità avete di portare a termine con successo l’operazione?
"Il successo di questa iniziativa dipende dal numero di soggetti che "firmeranno" la petizione. Al momento siamo a circa 120 dopo poche ore che siamo online".
Dove è possibile aderire all’iniziativa?
"La petizione è già pubblicata sul web all’inidirizzo: http://www.ipetitions.com/petition/ftp/. Hanno già aderito in 120 giocatori in poche ore".
State lavorando da parecchio tempo alla class action.
"Certo, attendiamo la decisone dell'AGCC per una valutazione definitiva, ma ritengo questa iniziativa una strada migliore per la salvezza immediata di Full Tilt Poker".
Il player italiano Giuseppe "1millionbankrol" Polichetti è stato il primo a muoversi ed ha incaricato il SITI a valutare la promozione di una class action contro Full Tilt Poker coinvolgendo numerosi altri giocatori italiani ed europei (alcuni con depositi milionari).
Sei interessato a diventare azionista della tua poker room "creditrice" ?
“Il SITI è un’associazione molto esperta nel gestire questo tipo di situazioni e nel tutelare i propri soci ed ha individuato una strada che realmente potrebbe salvaguardare i nostri interessi economici”.
Raccontaci la tua esperienza sulla red room.
“Sono partito con un bankroll di soli 50 dollari ed ho fatto di tutto per farlo crescere gradualmente. Ho ottenuto risultati soddisfacenti: sono arrivato secondo nell’evento 22 delle ultime FTOPS con montepremi garantito da 1 milione di dollari ed ho fatto altri piazzamenti interessanti ma non ho visto neanche un dollaro. Da un giorno all’altro mi sono ritrovato a perdere tutto il mio bankroll disponibile sull’account a causa delle note vicende che hanno riguardato la room”.
Ti sei trovato al verde?
“La mia vita è cambiata in pochi minuti: mi sono ritrovato in grosse difficoltà economiche, nonostante ciò sono riuscito ad andare avanti con l'aiuto della mia famiglia anche se ho ancora delle pendenze economiche (affitto, etc)".
Cosa ti ha spinto a diventare il promotore di un'iniziativa così importante?
"A distanza di 3 mesi dalla chiusura di FTP non riuscivo a capire perché nessun giocatore professionista parlava, sia in Italia che all'estero. Così ho deciso, con l’aiuto di un amico, di aprire una pagina su Facebook. La cosa è nata per caso ma le adesioni sono state tantissime”.
Perché hai scelto il SITI?
“Ho consultato vari avvocati ma le richieste e le spese legali erano altissime, così dopo aver chiesto referenze sono arrivato all’associazione SITI ed al Dottor Bacci, esperto nel gestire questo tipo di vicende. Su Facebook – racconta Polichetti - abbiamo aperto un’altra pagina dedicata alla Class Action europea ed alla nostra iniziativa con il SITI hanno aderito persone da tutto il mondo, non solo italiani ed europei ma anche sud americani ed asiatici, oltre 2 pro conosciuti nel poker live che vogliono rimanere nell'anonimato”.
Cosa pensi di fare oggi? Continui a giocare?
“Mi sento – si sfoga - un disoccupato del poker, e non ho la voglia di ricominciare cosi come avevo fatto su FTP, dedico tutto il giorno a rispondere alle persone sulla class action e scrivere nei forum di tutto il mondo per trovare soluzioni collettive e quante più informazioni possibili, per arrivare al nostro scopo, e credo che con l'aiuto del SITI ci riusciremo!”
Tu cosa ne pensi dell’idea del SITI? Vuoi diventare un’azionista di Full Tilt? Racconta la tua storia e condividi la tua opinione sul nostro forum!