Colpo di scena: a meno di una settimana dall'annuncio di Phil Hellmuth, Federico Butteroni ci svela in anteprima come purtroppo il recordman di braccialetti vinti alle World Series of Poker non potrà fargli da coach in occasione del tavolo finale del Main Event WSOP 2015. Galeotta fu ESPN, l'emittente televisiva che detiene i diritti dei mondiali di poker.
Ciao Federico, puoi spiegarci cos'è successo con il Poker Brat?
"Purtroppo ESPN ha detto di no, per una questione di integrità del gioco. Phil Hellmuth sarà al commento dei November Nine e l'emittente non vuole che uno dei suoi commentatori sia anche il coach di uno dei giocatori.
Avendo Hellmuth preso un accordo precedente con ESPN, abbiamo dovuto far saltare l'accordo. Pensavamo fosse tutto apposto e invece niente, è uscita fuori questa clausola che ci ha impedito l'accordo. Per questo non ho mai dato una conferma: sapevo che ESPN doveva prima accettare; Phil ha voluto lo stesso dare l'annuncio, ma fondamentalmente dovevamo attendere la risposta di ESPN".
Un vero peccato. Anche perché ormai sarà un po' tardi per trovare un'alternativa.
"Sì, ormai credo sia un po' tardi, a meno di clamorosi sviluppi. Ormai continuo con la mia linea e va bene così. Gli americani sono molto rigidi su queste cose, non la vedono bene che un commentatore faccia anche il coach di un giocatore che sarà commentato. Io non ci vedo niente di male, ma capisco anche il loro ragionamento che ci può stare: hanno un'altra cultura rispetto a noi".
Torniamo invece un attimo al Day 7 del Main Event. Abbiamo visto la mano in cui Schwartz non si è comportato proprio da signore, per così dire. Come hai fatto a mantenere la calma?
"Sono sincero: fino a prima del Main Event una cosa del genere avrebbe cambiato il mio gioco, sarei andato in tilt. Una mano del genere, un bluff del genere con 9-2, che sai che andrà in televisione. E poi lui si stava comportando malissimo al tavolo. Insomma, non era facile mantenere la calma, anche perché Schwartz è uno di quei giocatori che queste cose le fa spesso per far giocare peggio gli avversari: credo sia una delle sue strategie premeditate.
Comunque sono riuscito a stare tranquillo. Anche ESPN, quando mi ha intervistato, è rimasta sorpresa dalla mia calma. E invece è come se non mi avesse fatto nessun effetto. La mia tranquillità, il mio modo di reagire, ha sorpreso anche me: ho continuato a fare il mio gioco".
E direi che si è visto. È stato molto bello anche il supporto che ti hanno dato giocatori come Daniel Negreanu e Max Steinberg.
"Sì, questo è una delle mie più grandi soddisfazioni e forse uno dei motivi per i quali sono riuscito a rimanere tranquillo. Quando capisci che ti hanno fatto un'ingiustizia, ma ci sono due o tre persone che prendono le tue difese fa sempre piacere. Quel giorno è stato davvero bello.
Avevo deciso sin da subito che sarei andato lì con un obiettivo: divertirmi. Per me arrivare lì era già stato un successo. Stare di fianco a Daniel Negreanu: quante volte mi sarebbe ricapitato nella vita? Mai. Allora ho deciso, come dicono gli americani: enjoy the moment!"
Il Kid Poker ti ha preso subito in simpatia. Non è che ti ha dato anche qualche consiglio per il final table?
"No, non ho parlato con Daniel. Abbiamo provato a vedere se c'era la possibilità che mi facesse da coach, purtroppo però non è accaduto. Negreanu è un grande: al tavolo è stato simpaticissimo, mi ha fatto stare a mio agio. Abbiamo riso e scherzato come fosse un torneo qualunque, non un Day 7 di un Main Event WSOP che spostava in 20 posizioni €800.000".