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Casino Royale

Casino Royale: la vera storia di quella mano pazzesca giocata da James Bond e Le Chiffre

Quando nel 2006 abbiamo visto la scena del poker in Casino Royale, tutti abbiamo pensato: “Un torneo da 10 milioni di dollari di buy-in? Succede solo nei film”. Un decennio abbondante dopo, i tornei high stakes sono la norma, anche se effettivamente 10 milioni è una cifra ancora oggi inarrivabile.

Detto questo, la scena è passata alla storia anche per la sua inverosimilità, con praticamente tutti i giocatori seduti al tavolo in possesso di una mano fortissima e desiderosi di mandarsi la vasca addosso a vicenda. Ma com’è nata l’idea?

Casino Royale, parola al regista!

Il regista di quella pellicola è Martin Campbell, che in un’intervista a Polygon ha raccontato di aver assunto un giocatore di poker professionista per assistere la produzione durante le scene di poker, con l’aiuto del noto produttore e montatore Stuart Baird.

“Mi disse di girare qualsiasi cosa mi venisse in mente, in particolar modo occhi, sguardi e primi piani, ha ricordato Campbell. Riferendosi poi al festival degli all-in conclusivo, il regista di Casino Royale ha aggiunto: “Penso che la sequenza sia molto convincente. Ti rendi conto che non è solo questione di carte, ma di posta in palio. Sono anche due tizi che si f***ono a vicenda, in pratica. Quello fu il segreto”.

Campbell ha rivelato di aver passato ore a guardare i classici film sul gioco, come ad esempio Cincinnati Kid, per cogliere tutte le sfumature del poker, e di aver scritturato anche il produttore Michael G. Wilson come consulente.

L’aiuto (?) di Tom Sambrook

Dal punto di vista tecnico pokeristico, il regista di Casino Royale nel 2005 chiese aiuto a Tom Sambrook, giocatore professionista e regular del Grosvenor Victoria Casino di Londra, dove nel 2002 vinse lo European Poker Championship.

Sambrook spiegò ai due protagonisti, Daniel Craig e Mads Mikkelsen (rispettivamente James Bond e Le Chiffre), come stare seduti al tavolo e come maneggiare chip e carte da gioco.

Dove probabilmente Sambrook fallì, fu nell’organizzare una mano finale che fosse sì sorprendente e clamorosa, ma quantomeno credibile.

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La sfida tra Bond e Le Chiffre

L’ultima mano del torneo da 10 milioni di dollari di Casino Royale si gioca tra i 4 player left. Siamo al river e il board è A 8 6 4 A . Il primo giocatore va all-in per 6 milioni di dollari, il secondo chiama per altri 5 e il piatto sale a 35 milioni.

Le Chiffre rilancia a 12 milioni, ma Bond dichiara l’all-in di 40,5 milioni. Alla fine il nemico di James chiama per i suoi ultimi 27,5 milioni di chip e si va allo showdown per 115 milioni di dollari.

Giocatore 1: K Q
Giocatore 2: 8 8
Le Chiffre: A 6
James Bond: 7 5

Dunque abbiamo colore nuts vs full vs overfull vs scala colore (impropriamente chiamata scala reale nella versione italiana).

La spiegazione del poker pro

“Non rappresenta la tipica mano”, si difese Sambrook dalle critiche piovutegli addosso all’epoca dalla community del poker. “Rappresenta ciò che l’Hold’em crea, cioè questi fattori folli. Ecco perché amo il gioco, crea queste situazioni esplosive e difficili.

Una volta che hai un board di carte così, tutti pensano al colore, tutti pensano alla scala, ma c’è qualcuno che pensa alla scala colore?”

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