Vincere un torneo di poker è spesso questione di dettagli: una mano giocata in maniera aggressiva piuttosto che passiva, un raise al posto di un call, uno squeeze pre-flop invece di un fold, possono spostare l’ago della bilancia da un giocatore all’altro.
Ci sono piatti più importanti di altri ed è il modo in cui un professional poker player riesce a trarre il massimo da ogni situazione a fare la differenza con un giocatore scarso o finanche discreto, ma che non ha le stimmate del campione.
E questa mano ne è un perfetto esempio.
L’action
Siamo a 4 left nell’Evento #70, un torneo di No Limit Hold’em da $5.000 di buy-in. È la mano numero 67 del tavolo finale quando Joao Vieira apre il gioco rilanciando da cutoff a 350.000, trovando il call di Pierre Calamusa da big blind.
Flop: 7 4 3
Calamusa fa check e il portoghese opta per una continuation-bet da 375.000 pezzi, prontamente chiamata.
Turn: A
L’asso di quadri congela l’azione, perché al secondo check di Calamusa, Vieira risponde battendo la mano sul tavolo.
River: 5
Pierre piazza una puntata da 600.000 chip e Vieira va in the tank per diversi minuti (come già aveva fatto in passato). Dopo averci riflettuto parecchio, il lusitano chiede il count a Calamusa, che annuncia di avere alle spalle circa 900.000.
Vieira annuncia il call e mostra 9 9 , più che sufficienti a portarsi a casa un piatto da 1,9 milioni di chip, visto che il suo avversario gira Q 4 .
Una giocata decisiva
Quel call con pocket pair di 9, nonostante la presenza dell’A al turn, ha permesso a Vieira di allargare nettamente il suo margine di vantaggio rispetto al resto del tavolo in quel momento, visto che il portoghese era volato a 9,4 milioni di chip contro i 7 di Jamie O’Connor, i 6,6 di Joe Cada e i 940.000 del francese.
Un piatto molto grosso, in un momento di equilibrio – almeno per tre quarti dei finalisti – che ha avvicinato Joao al primo braccialetto in carriera, poi conquistato – trovate il risultato finale nel nostro riassuntone.