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Poker Generation

Cosa è rimasto di “Poker Generation” 10 anni dopo

Il poker amarcord di oggi è cinematografico, nel vero senso della parola. Ripercorriamo infatti la storia di Poker Generation, l’unico film italiano sul Texas Hold’em che sia mai stato scritto o prodotto.

L’Italia ai tempi di Poker Generation

Quando uscì il film, ovvero nella primavera del 2012, la situazione del poker in Italia era inimmaginabilmente migliore rispetto a oggi. Il mercato era al suo apice, con le varie poker room che investivano molto in marketing per cercare di ampliare fatturato e customer base. I cordoni della borsa erano molto larghi, forse troppo. O meglio, le room avevano budget ma lo spendevano in maniera quantomeno discutibile, con team pro a pioggia e poca o zero visione sul futuro.

In questo panorama, quello di Fabrizio Crimi era sicuramente un tentativo coraggioso e originale. Presidente di BetPro, poker room e bookmaker allora operante sul mercato italiano (le cui attività si sono concluse nel 2016), Crimi aveva deciso di investire personalmente (e non a nome della room) nel progetto “Poker Generation”.

I pokeristi protagonisti

Le intenzioni erano lodevoli, e degna di nota anche la macchina organizzativa. Nel progetto vennero coinvolti diversi poker pro che poi ebbero delle parti nel film. Da Dario Minieri a Salvatore Bonavena, passando per Patrik Antonius, Fabrizio Baldassari, Marco Bognanni e altri ancora, sono diversi i cameo di pokeristi veri e propri all’interno del film. E naturalmente Filippo Candio, che non appariva mai sullo schermo ma la cui storia aveva liberamente (molto liberamente) ispirato quella del protagonista.

Il flop nel destino

Il risultato artistico, tuttavia, non è stato pari all’impegno profuso. Questo lo dissero da subito quasi tutti i pokeristi e appassionati che andarono a vedere il film, compreso chi vi scrive (qui la mia recensione del tempo), ma soprattutto lo disse anche il botteghino. Questa doppia bocciatura è emblematica di quanto sia difficile portare il poker sullo schermo, sia esso piccolo o grande. Per raccontare al cinema una storia di poker serve un equilibrio difficilissimo da raggiungere, tra elementi poco o per nulla conciliabili. Uno su tutti: la necessità di sintesi, narrativa e cinematografica, fa a pugni con la complessità del gioco. E, se racconti il poker tramite gli showdown, è difficile scappare dal messaggio conseguente per chi non conosce le dinamiche del gioco: quindi se vinci sei un figo, se perdi sei un fallito.

Poker Generation 10 anni dopo: cosa fanno i protagonisti

Ma Poker Generation ha portato fortuna o no, a chi ci ha lavorato? Vediamo cosa fanno oggi i vari protagonisti della pellicola.

Piero Cardano

Il protagonista del film, sorta di alter ego di Filippo Candio, non ha più avuto “leading role” al cinema. La sua carriera attoriale tuttavia prosegue con diverse pellicole, ma anche fiction e serie tv, a cui ha partecipato.

Andrea Montovoli

Anche per lui vale il discorso fatto con Cardano. Nessun ruolo da protagonista assoluto, ma una serie abbastanza lunga di partecipazioni e credits vari in film, serie, fiction e reality show.

Francesca Fioretti

Ex GF ed anche ex team pro di poker (a proposito dei soldi ben spesi dalle room), Francesca Fioretti era stata una delle poche belle sorprese di Poker Generation. La sua carriera è poi proseguita in varie ramificazioni, dal teatro alla moda. Il suo nome è legato indissolubilmente alla tragedia di Davide Astori, calciatore della Fiorentina e della Nazionale morto nel 2018, che era suo marito e padre della loro figlia.

Francesco Pannofino

Certo il nome più altisonante presente nel cast, insieme a Lina Sastri. Pannofino ha proseguito la sua florida attività di attore ma soprattutto di doppiatore (negli anni ha prestato la voce a George Clooney, Denzel Washington, Kevin Spacey, Antonio Banderas etc). Per molti la sua faccia sarà per sempre legata a quella di René Ferretti. La partecipazione a Poker Generation non è certo l’apice della sua carriera.

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Lina Sastri

Istituzione del cinema e del teatro italiani. Alla soglia dei 70, Lina Sastri continua a lavorare soprattutto nelle fiction, senza disdegnare il vecchio amore per il palcoscenico.

Gianluca Mingotto

Poker Generation era la sua opera prima. Diciamo che al momento è opera unica.

Fabrizio Crimi

Il produttore di Poker Generation si è oggi allontanato dal mondo del gaming, e si occupa principalmente di Fin Tech.

Tiziano Cavaliere

Ideatore del film e autore di soggetto e sceneggiatura, nonché produttore insieme a Crimi. Oggi Cavaliere continua a fare management artistico e produzione, con il suo Bros Group.

L’impatto mediatico

Altro ricordo a parte lo merita il tam tam che accompagnò Poker Generation. Non parliamo del tam tam mediatico ma più quello politico. Ci fu anche una interrogazione parlamentare, da parte dell’allora sen. Raffaele Lauro, che recitava così: “se Poker generation abbia beneficiato, direttamente od indirettamente, di fondi pubblici, a livello nazionale o regionale; se l’ideologia di fondo di quest’opera possa essere inquadrata nell’ambito della libertà di espressione artistica, garantita dalla nostra Costituzione, o, piuttosto, debba essere considerata alla stregua di un’opera promozionale e pubblicitaria del gioco d’azzardo”

Ovviamente l’interrogazione si concluse con una bolla di sapone, poiché davvero Poker Generation non aveva preso un euro di soldi pubblici. Quanto alla “opera promozionale e pubblicitaria del gioco d’azzardo”, fa un po’ sorridere rileggerlo pensando a come sarebbe stata poi la situazione 10 anni dopo. Oggi non solo non sarebbe stato possibile produrre e fare uscire un film sul poker, ma non è più possibile nemmeno parlare pubblicamente della sua componente di abilità senza incorrere in censure o reprimende, quando non in multe e sanzioni. Si stava meglio quando si stava meglio.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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