Per vincere un Main Event di un torneo internazionale, si sa, la bravura non basta. Ci vogliono anche un po’ di buona sorte e soprattutto una serie di incastri a proprio favore. Perché non serve a nulla vedere quattro volte i pocket rockets, se ogni volta tutti gli avversari foldano pre-flop.
Anzi, proprio causa incastri – negativi – può capitare che la mano più forte di tutte pre-flop nel Texas Hold’em sia proprio la causa di una prematura eliminazione (e chi vi scrive ne sa qualcosa). Chiedere per conferma a Sam Greenwood, uscito dal WSOP 2019 Main Event al 45° posto proprio con gli assi - per la cronaca, il suo avversario Timothy Su chiuderà il Day 6 al terzo posto con oltre 34 milioni di chip.
Timothy Su, uno dei protagonisti del Day 6 del Main Event WSOP, apre il gioco rilanciando a 500.000 chip. Greenwood, uomo da oltre 18 milioni di dollari vinti in carriera nei tornei di poker live, opta per una grossa three-bet a 2.500.000 da grande buio con A A .
Il suo avversario si appoggia.
Flop: Q J 4
Greenwood esce puntando 1.800.000 chip e Yu fa call.
Turn: J
Il canadese spara il secondo proiettile, aumentandone la gittata: 3.500.000.
Per tutta risposta, il suo avversario annuncia l’all-in.
Greenwood si mette le mani tra i (pochi) capelli e si alza, mentre chiama per i suoi ultimi 11.500.000 gettoni.
Allo showdown, Timothy Su mostra nientemeno che 10 9 .
River: K
L’americano di origini giapponesi trova uno dei suoi otto out: così, in un colpo solo si porta a casa un piatto enorme ed elimina un avversario temibilissimo.
Nel bene o nel male, è anche da mani come questa che passa la vittoria di un Main Event…