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Il WSOP Main Event che sacrifica la bolla per esigenze commerciali è un pessimo segnale

Il Main Event delle WSOP 2025 si è concluso nella maniera più spettacolare possibile. Tuttavia, durante questo torneo sono emersi alcuni aspetti controversi. Uno è sicuramente legato alla gestione di Will Kassouf, ma di quello parleremo in altra occasione. Ciò di cui vi parlo oggi è la "guerra" (virgolette d'obbligo) commerciale tra due brand di portata planetaria come le World Series Of Poker e il World Poker Tour.

WSOP, WPT, EPT: l'evoluzione della concorrenza nel poker live

Secondo una basilare regola commerciale, la concorrenza ha generalmente l'effetto di migliorare il prodotto. La competizione, infatti, spinge spesso aziende ed operatori commerciali a migliorare la qualità del prodotto o servizio che offrono, magari a innovare con maggior continuità e anche abbassare i prezzi.

Quello che stiamo vedendo da qualche tempo nel poker live, invece, rischia di sortire un paradossale effetto contrario. WSOP (World Series Of Poker) e WPT (World Poker Tour) sono, insieme all'EPT (European Poker Tour), i brand ritenuti più prestigiosi nel settore dei tornei di poker live. Se però l'EPT si è sempre tenuto abbastanza alla larga da politiche aggressive nei confronti degli altri competitor, gli ultimi anni hanno visto una sorta di escalation tra WSOP e WPT.

In generale, l'EPT ha sempre avuto una connotazione genericamente più coerente con il proprio nome, organizzando tappe dei tornei solo in territorio europeo, con l'eccezione delle Bahamas una volta l'anno.

Il WPT e le WSOP sono sempre state meno legate a confini continentali. Il WPT, fin dalla sua fondazione nel 2002, ha proposto calendari che spaziavano un po' in tutti i continenti. Le WSOP, autoconfinate a Las Vegas per 37 anni, hanno avviato politiche espansionistiche dall'istituzione delle WSOP Europe nel 2007, che per la prima volta assegnarono braccialetti da campione del mondo fuori da Sin City. Da allora, il domino del poker mondiale ha iniziato a subire diversi cambiamenti e scossoni.

In generale, ci sono sempre stati periodi della stagione dedicati preminentemente a uno dei circuiti. L'estate è sempre stata connotata dalle WSOP di Las Vegas, mentre a dicembre il poker live ha sempre grosso modo riposato, a parte un appuntamento classico del WPT. Fino al periodo Covid, dicembre era dedicato al Five Diamonds World Poker Classic, ma dal 2022 il circuito ha deciso di spostare proprio a dicembre il gran finale della stagione, ovvero il WPT World Championship.

L'anno seguente, nel 2023, le World Series Of Poker hanno iniziato a minacciare questa data con l'istituzione delle WSOP Paradise, collocate strategicamente proprio a ridosso del WPT World Championship ospitato dal Wynn di Las Vegas.

WPT vs WSOP: quando la concorrenza non fa bene al prodotto

La sovrapposizione ha esplicitato quella che sembra ormai una vera e propria guerra commerciale, tra i due brand. Rientrano probabilmente in queste dinamiche anche situazioni paradossali come la famosa promozione di ClubWPT Gold sul super bonus disponibile per gli iscritti che avessero vinto un braccialetto WSOP. Se così fosse, allora si può dire che l'opera di disturbo ha ampiamente raggiunto il suo scopo, visto che si è arrivati al primo braccialetto non assegnato nella storia delle World Series Of Poker, mentre dall'altra parte il brand concorrente ha fatto parlare di sé a ogni latitudine.

Il pasticcio della bolla del Main Event e la fine del bubble play

In generale, più eventi significano una maggiore scelta per il giocatore/cliente/consumatore. C'è però un limite, rappresentato dal fatto che i tornei live sono indubbiamente considerabili come beni di lusso e i costi necessari anche per una sola trasferta sono notevolmente alti. Dunque, in presenza di una guerra di montepremi garantiti, a essere garantito è che almeno uno degli organizzatori si farà molto male, in termini di overlay e presenze inferiori al previsto.

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Dal lato del giocatore, invece, la prospettiva sembrerebbe teoricamente positiva, perché si è in presenza di una maggiore scelta. Quanto accaduto però al Main Event WSOP 2025 è un segnale preoccupante, per la qualità sempre altissima che un torneo come il campionato del mondo di poker offre. Parliamo di un torneo da 10.000$ che flirta ormai ogni anno con i 10mila iscritti, con una struttura incredibile che non ha paragoni al mondo, ma che ha subito un tremendo vulnus a causa di una promozione: il pacchetto per il WSOP Paradise Super Main Event messo in palio per l'uomo bolla.

Per la cronaca, parliamo di un pacchetto dal valore di 30.000$, di cui 25.000$ in buy-in per il Super Main Event di dicembre, torneo che avrà un montepremi garantito di 60.000.000$, e 5.000$ per le spese. Non è la prima volta che al bubble-man di un grande torneo viene elargito un bonus di consolazione. Qualche volta, tale benefit è stato il buy-in per l'edizione successiva.In questo caso, però, l'ammontare del pacchetto ha un valore tale da non poter non incidere su una delle fasi più delicate, belle, drammatiche e affascinanti in un torneo di poker: il bubble play, ovvero il gioco in bolla.

Tradizionalmente, in bolla si hanno gli short che foldano o fanno stalling attendendo che a uscire sia qualcun altro, in modo da poter uscire con la soddisfazione di aver ricevuto un premio, di aver concluso il torneo con un piccolo ma importante guadagno.

Con un pacchetto da 30.000 dollari in palio, sarebbe falso dire che si è scatenata la corsa a chi usciva per primo, ma certamente le dinamiche sono state profondamente alterate. E forse non è un caso che a scoppiare la bolla siano stati in tre, su altrettanti tavoli diversi. Come raccontavamo qui, Mark Dickner, Mathew Frankland e Sachin Joshi sono tutti usciti in bolla. Per determinare il vero e unico bubble-man, ma soprattutto il vincitore del pacchetto da 30k, si è proceduto a un allin al buio, che ha visto infine uscire vincitore Frankland.

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Matthew Frankland, un uomo bolla piuttosto ricco (Alicia Skillman & PokerNews)

Essendo tuttavia sempre in tre, due di loro erano destinati a occupare i posti di ultimo e penultimo premiato con il minimum cash, valevole 15.000$. Visto che tutti e tre sono usciti tecnicamente in contemporanea, in questi casi si decide che i due premi a disposizione vengano divisi per tre, dunque 10.000$ a testa. Mathew Frankland ha incassato anche il pacchetto da 30.000$, uscendo pertanto dal torneo con un incasso di 40.000$.

Qui sta la grande contraddizione, poiché dei 1.462 giocatori e giocatrici andati ITM al WSOP 2025 Main Event, ben 1.048 hanno incassato meno dell'uomo bolla! I classificati dal 351° al 414° posto, invece, hanno incassato quanto Mathew Frankland, pur essendo andati molto più avanti di lui nel torneo. Tra questi c'è il nostro Luigi Curcio, 352°.

Tutto questo non può venire considerato giusto, perché falsa una fase cruciale in un torneo di poker, fondamentale anche per le strategie che vengono implementate. Il fatto che il gioco in bolla venga sacrificato in nome della promozione di un gigantesco evento è ancora meno accettabile, almeno per chi vi scrive.

Le schermaglie WSOP-WPT arrivano fino al final table del Main

Che ci sia una certa tensione tra le organizzazioni del World Poker Tour e delle World Series Of Poker era una sorta di segreto di pulcinella, ma è diventato praticamente ufficiale in occasione del tavolo finale del Main Event, poi vinto da Michael Mizrachi. Adam Hendrix, uscito poi al 6° posto, aveva aderito a sua volta a una promozione della famigerata ClubWPT Gold, per una last longer sullo stesso Main Event di cui l'azienda aveva annunciato così la conclusione:

Normali i complimenti al giocatore, ma a saltare all'occhio è il brand delle WSOP asteriscato.

La conferma ulteriore di questa tensione arriva infine dallo stesso Hendrix, che commenta un post in cui Patrick Leonard si chiedeva come mai ci fossero così poche patch di sponsorizzazioni nel tavolo finale del Main WSOP:

"Jack (Effel, ndr) è venuto da me appena sono arrivato e mi ha detto che avrei dovuto togliere la patch, per via dei problemi precedenti tra WPT e WSOP. Gli ho detto che questo è un caso totalmente diverso e non ci sono soldi extra in palio, ma ha risposto che non importava: dovevo toglierla o non avrei potuto giocare."

La patch in questione era naturalmente quella del ClubWPT Gold (le cui promozioni, lo ricordiamo una volta in più, non sono disponibili per giocatori italiani).

Dunque, l'escalation tra i due brand continua. Prepariamoci per un fine anno col botto.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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