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Mindset Poker Psicologia

L’equilibrio psicologico e mentale come chiave per i successi nel poker

L’idea per il pezzo che state leggendo in questo momento, mi è venuta in testa quando sono capitato, tutto sommato casualmente, su un pezzo che ho trovato sul portale AngoloPsicologia .com che tratta, “ça va sans dire“, di argomenti che fanno capo alla psicologia degli esseri umani.

Il motivo di interesse che mi ha portato a d aprire il pezzo, è la solita parolina “poker” che noi appassionati del giochino riusciamo a farci stare bene come il miele per gli orsi.

Lezioni di vita?

Chi non bazzica con una certa frequenza il nostro mondo, reputa spesso il gioco come un comparto delle nostre vite sempre piuttosto negativo e in qualche modo dannoso, presentato spesso in modo distorto agli occhi della società e portatore dei mali peggiori dell’universo.

Questo articolo si è posto invece in modo più aperto rispetto alla nostra disciplina, riconoscendo alcune qualità del pokerista che possono servire anche a compartimenti altri della nostra vita di tutti i giorni.

Si prende spunto da una ricerca della Cornell University, l’università dalla quale uscì, tra gli altri, uno dei personaggi più istrionici del poker internazionale, Brian Hastings. La Cornell ha spesso messo in parallelo le caratteristiche psicologiche e più in generale mentali dei giocatori di poker in relazione a quelli che sono i loro comportamenti al tavolo.

Una delle ricerche delle teste pensanti di questa università, ha avuto lo scopo di analizzare 27 milioni di mani di poker da parte di svariati giocatori e il risultato ha portato a queste conclusioni:

  • Più i giocatori aumentano le scommesse e più aumenta la propensione al gioco aggressivo
  • I giocatori che vincevano di più erano quelli che mixavano con sapienza aggressività e cautela
  • Nessuno tra i giocatori esclusivamente aggressivi o passivi, ha vinto grosse somme

Maneggiare con cautela

Attenzione: la verità prodotta da una tale ricerca non ha i crismi dell’oggettività, anche perché la proporzione tra i dati che abbiamo appena esposto, andrebbe valutata in relazione a tutta una serie di parametri che allungherebbero il brodo in maniera piuttosto sensibile. Buy In, modalità di gioco, durezza del field, sono solo tre delle componenti che dovrebbero aiutarci meglio a capire di cosa si sta parlando.

Ma è anche giusto provare a evitare di fare sempre e soltanto i puristi di un gioco che, se da una parte è certamente di nicchia, dall’altro ha dei seguaci che, nella stragrande maggioranza dei casi, gioca per divertirsi e non per diventare un professionista.

In medio Stat Virtus

Il pezzo riportato si pone come obiettivo quello di mettere l’accento sulla potenza dell’equilibrio e di quanto sia corretto il detto: “In medio Stat Virtus“.

Il pezzo esce molto presto dalla logica del poker e dalla raccolta universitaria dei dati dalla quale parte, consigliando di prendere ad esempio quei dati stessi per imparare a proseguire nella mano quando è profittevole farlo e foldare quando si capisce che i rischi sono troppi e potrebbero portarci a perdere.

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Detta così è abbastanza semplicistica, certo, ma il fondo di verità è palese e non può essere ignorato senza un’ulteriore disamina dell’argomento.

Scegliere le giuste battaglie, quelle che ci permetteranno di “fare profit” nella vita di tutti i giorni, significa evitare tutto ciò che ci porta via dell’energia vitale e non ci mette le condizioni di trarre dei vantaggi, sprecando dell’inutile tempo.

Quando invece ci imbattiamo in una guerra che vogliamo vincere, perché vincerla ci porterà un vantaggio significativo per la nostra esistenza presente o futura, sarà corretto impiegare tutte le nostre energie per condurla in porto.

Come è importante tutto questo nel poker?

Lo stesso discorso, come potrete immediatamente immaginare, vale per il poker.

Perdere del tempo prezioso per affrontare un tavolo non alla nostra portata, oppure un altro in cui abbiamo evidentemente troppa edge su quel determinato field, sono battaglie che non dobbiamo fare nostre.

Non ha alcun senso perdere le nostre energie in tavoli che non dovremmo nemmeno aprire. Giocare al livello e ai tavoli che ci competono, per guadagnare la giusta quantità di soldi che dobbiamo raggranellare, senza svalutare le nostre capacità alle prese con tavoli dal valore troppo basso e/o evitando di sederci dove gli altri hanno troppa edge su di noi.

La strategia del passo dopo passo è la migliore per raggiungere gli obiettivi a breve, medio e lungo termine che ci siamo prefissati.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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