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'I giocatori che si lamentano del poker dovrebbero andare a lavorare...'

Nel poker non esistono soltanto i fenomeni da copertina, anzi: per ogni giocatore dal talento assoluto e forte di una carriera fulminante ne esistono molti altri che giocano e vincono nell'anonimato o quasi, magari aggiudicandosi non cifre a sette zeri ma quanto basta perché continuare a grindare per anni sia ancora una buona prospettiva.

E' il caso di Paul Collins, conosciuto su PokerStars come "Cog Dis", nickname che si rifà al concetto psicologico di dissonanza cognitiva: attivo anche su Full Tilt Poker come "Cog Dissonance", da anni gioca gli heads-up sit&go facendo anche coaching a numerosi studenti, tutto questo mentre vive in Indonesia assieme alla sua famiglia.

Collins non è infatti un ventenne, e se molti giocatori professionisti hanno scelto recentemente di vivere in Asia lui lo ha fatto ben prima degli altri, addirittura nel 1996, lasciandosi alle spalle la sua Tanzania e puntando tutto su Surabaya, una delle principali città dell'Indonesia: "La gente mi fissava perché avevo la barba ed i tatuaggi sulle braccia - ha ricordato in una recente intervista ad husng.com - inoltre all'epoca quasi nessuno parlava inglese, si trattava di adattarsi ad uno stile di vita molto diverso da quello occidentale".

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Il grafico su PokerStars riporta solo una parte delle sue vincite in carriera

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Stile a cui non solo si è adeguato ma che ha sposato in pieno, visto che da allora è sempre rimasto in Asia, finendo col capire che l'Indonesia fosse quello che intendeva chiamare casa: "Ho vissuto un anno a Taiwan ed un altro a Singapore, ma sono luoghi a cui non mi sono mai affezionato. Bali è un posto magico, qui ho costruito una villa dove vivo con mia moglie ed i miei due figli, e penso che potrei stare qui per sempre".

Pokeristicamente è un professionista dal 2007, che si è sempre dedicato agli heads-up sit&go, concentrandosi negli ultimi tempi alla variante più popolare fra i regular, ovvero i testa a testa hyperturbo, mixando anche per problemi di traffico dai 30 $ fino ai 100 $. Nonostante abbia molta esperienza, o magari proprio per questo, appare ben consapevole dei suoi limiti, ma anche in pace con questi: "Sicuramente sono tecnici, altrimenti non giocherei i midstakes, ed inoltre dovrei giocare di più, il volume è sempre stato uno dei miei problemi". Ma essendo padre di due figli e vivendo a Bali non è poi così semplice.

Essendo un professionista il poker per lui è un lavoro, a cui al netto di tutte le frustrazioni che possa portare si sente comunque grato: "Tutti quelli che si lamentano a proposito della vita del professional poker player dovrebbero cominciare a fare un lavoro d'ufficio per qualche anno. Ho come la sensazione che poi la maggior parte di loro tornerebbe a giocare entro sei mesi".

Istruttore di jiu jitsu brasiliano e umiliato costantemente dai figli a League of Legends (almeno così dice) nonostante faccia parte della vecchia guardia Felix intende giocare ancora per un bel po': "A parte la mia villa a Bali non posseggo molto altro in termini di investimenti e cose simili - ammette - penso che le mie skill mi consentano di stare ai sit&go da 100 dollari, non credo che farò level-up a breve. E mi piace che gli altri regular pensino che sia soltanto un vecchio nittone incapace di fare giocate creative...".

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