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Poker e tilt: uno studio finlandese scopre le carte!

Ilari 'Ziigmund' Sahamies, finlandese dal tilt facileIl gioco del poker e il tilt sono due facce di una stessa medaglia che gli appassionati conoscono fin troppo bene, ma gli studi su aspetti del genere scarseggiano: ecco perché un gruppo di ricercatori finlandesi guidati da Jussi Palomaki ha indagato il fenomeno, con risultati in parte attesi ed in parte controintuitivi, almeno apparentemente.

Lo studio è stato condotto prendendo come campione di riferimento un gruppo di 417 giocatori finlandesi con età media di 28 anni, iscritti a vari forum di poker, che sono stati suddivisi in due gruppi distinti, in base alla loro esperienza maturata nel gioco.

Da un lato c’erano quindi giocatori amatoriali e piccoli grinder alle prime armi, dall’altro giocatori professionisti, vincenti, esperti. I due gruppi hanno quindi compilato una scala in grado di determinare il loro grado di “sensibilità alle perdite”, ovvero quanto provano sentimenti di rabbia e frustrazione in conseguenza di periodi lungamente negativi, o di grosse perdite in brevi periodi di tempo.

Come i ricercatori si attendevano, non solo chi ha una sensibilità alle perdite maggiore è più soggetto al tilt, ma i giocatori con maggiore esperienza sono anche coloro che hanno un valore  più basso di questa sensibilità: in altre parole, le perdite li lasciano emotivamente più indifferenti, a causa dell’esperienza acquisita.

Fin qui nulla di sorprendente insomma, ma lo stesso non vale per l’ultimo punto preso in esame dalla ricerca.

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L’elaborazione statistica dei dati ha infatti evidenziato una significatività inattesa, ovvero che i giocatori con maggiore esperienza (ovvero quelli con più di 2.500.000 mani in carriera, che erano attivi da almeno cinque anni e a livelli non inferiori al NL600) riportano in realtà esperienze di tilt più frequenti e più intense rispetto ai giocatori amatoriali, ma anche questo a ben guardare ha una sua logica.

I professionisti giocano infatti un volume di mani molto maggiore rispetto ai principianti, ed anche se su una singola mano è molto più probabile che rimangano indifferenti, nel lungo periodo è assai più probabile che siano esposti a stress importanti, considerando anche quanto i risultati del gioco siano più significativi nella vita di un professionista che non in quella di un giocatore più o meno occasionale.

Si trattano dei primi passi nello studio di un fenomeno relativamente giovane come quello del poker online, e tuttavia considerando gli importanti risvolti psicologici connessi è molto probabile che non si tratterà dell’ultimo.

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