Dopo aver trattato il gioco al flop, continuiamo con la traduzione della guida al Pot Limit Omaha - realizzata dall’utente NOFX_PUNK - affrontando l’azione al turn e river.
"Sulla quarta community card, arriva di solito il momento di prendere le decisioni più imporanti: è il caso di puntare ancora? Devo controrilanciare per i massimi? E’ meglio foldare oppure callare?
Domande del genere non trovano risposte univoche poiché entrano in campo molteplici fattori che non è possibile specificare in questa semplice guida. Tuttavia, proverò ugualmente a darvi qualche indicazione di carattere più generale.
Se avete il nuts al flop e l’avete giustamente puntato, se al turn la situazione non cambia allora dovreste bettare di nuovo il massimo. Il vostro avversario è probabilmente su un draw e vorrete fargli pagare il più possibile il suo tentativo di superarvi nel punteggio.
Se avete un minimo di 13 outs per battere quello che pensate abbia l’altro, andrà bene chiamare al turn una bet pari alla size del pot soltanto quando sia voi che villain avete ancora del denaro dietro per il river. Con 13 outs avete infatti il 29,5% di possibilità di migliorare la mano e siete leggermente sotto rispetto alle pot odds che vi offre attualmente il piatto di 2 a 1. Considerando però anche le implied odds (nel caso ci sia altro denaro da vincere), chiamare diventa allora la soluzione corretta.
Per quanto riguarda il river, se avete il nuts provate ad individuare cosa possa nascondere l’avversario e cercate di spremergli il massimo. Se avete missato il vostro draw, potrete abbandonare la mano oppure tentare un bluff nel caso arrivi sul board una scare card.
Servirà invece parecchio giudizio quando il pot è grosso ed avete una mano discreta ma che non è il nuts. Dovrete considerare l’azione che l’avversario è capace di compiere: se checkate, proverà un bluff? Oppure checkerà a sua volta? Ce l’avete il coraggio di valuebettare con una mano buona che non è però la migliore possibile?