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Foldare

"Vincevo quando non sapevo giocare". Il falso mito dell'istinto a tutti i costi

La questione che viene posta nel titolo di questo pezzo, salta fuori ogni qual volta, a larga scala, arriva un piazzamento di un giocatore che sembrerebbe fare le cose completamente a caso, oppure, nel nostro piccolo, quando veniamo inesorabilmente battuti dal cercatore della scala a incastro. 

Chi vi scrive ha sempre avuto verso il poker un atteggiamento intriso di logica e buon senso, scaturito da quel poco studio che ha provato a effettuare negli anni. 

Ho sempre pensato che un comportamento originato da uno schema mentale logico possa essere la mossa vincente contro quei giocatori che si siedono al tavolo con lo scopo di dare retta alle “sensazioni e all’istinto” fregandosene altamente di ciò che la logica richiederebbe.

PokerStarsschool ha contattato alcuni giocatori di successo che, al contrario, sembrerebbero non avere il mio stesso approccio, anzi, nessuno di loro è particolarmente bravo a calcolare le pot odds oppure a spiegare una determinata teoria, tuttavia riescono a fare frequentemente molto bene.

Nella lettura del manuale "Introduzione al Programma Neuro-Linguistico" di O'Connor e Seymour, l’apprendimento viene in 4 parti:

  1. Incompetenza Inconscia
  2. Incompetenza Conscia
  3. Competenza Conscia
  4. Competenza Inconscia

Per chi ha una certa infarinatura di psicologia, sa che l’inconscio è decisamente più forte del conscio ed è per questo che, in una forma, chiamiamola così “gerarchica”, lo schema di cui sopra è organizzato in questo modo.

Uno schema del processo di apprendimento
  1. All’inizio è solo un gioco. Affrontiamo i nostri tornei e le nostre mani ignorando che dietro possa esserci tutta una serie di dinamiche di studio consapevole che ignoriamo
  2. Una volta che cominciamo a informarci, iniziamo a prendere consapevolezza di quanto in realtà siamo invece, scarsi, o meglio che dobbiamo prendere alcuni accorgimenti per evitare di rimanere scarsi. 
  3. Ad un certo punto inizieremo a utilizzare le nozioni, seppur minime, che abbiamo incrociato nella lettura dell’articolo di un forum di poker, o di un portale, oppure originate dalle parole di un giocatore forte, staremo ad esempio attenti a foldare A8 da early position.
  4. Inizieremo a  foldare A8o da early position in modo automatico, senza doverci pensare. E qui è il nostro subconscio comincia a farla da padrone, abbiamo liberato dello spazio nella nostra mente e siamo pronti ad assimilare delle nuove strategie.

Il passaggio dalla parte conscia a quella inconscia della nostra mente, è fondamentale, perchè la prima è in grado di sostenere dai 5 ai 9 pensieri per volta, quella inconscia molti di più, è una sorta di “livello superiore”. 

Una delle teorie che più piacciono a chi ha scritto l’articolo e che ha formulato personalmente, è dedicata alla fortuna dell’apprendimento, o, per meglio dire, alla casualità derivante da ciò che le nostre azioni originano. 

Pensate a quando per quattro volte di seguito avete deciso di giocare in modo aggressivo il vostro AK, ad esempio 3bettando quella mano tutte quelle 4 volte.

Pensate ora che in tutte e quattro quelle circostanze avete perso la mano. 

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La mente è "result oriented" e vi porterà ad aggiustare quel tipo di comportamento inducendovi a giocarla con molta più tranquillità, magari flattando, o addirittura non aprendola, semplicemente limpando se siete i primi a parlare.

La nostra mente è portata a pensare che NON 3BETTARE AK, sia la soluzione e non il problema e da qui nascono i problemi.

Le persone che definiamo logiche, sono state probabilmente affette in maniera molto più marginale dal processo di apprendimento “sfortunato” e di conseguenza riusciranno a separare con profitto il risultato finale delle volte in cui giochiamo AK in modo aggressivo, da quella che effettivamente dovrebbe essere la mossa corretta.

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Se parliamo di giocatori illogici, non ci riferiamo a giocatori non intelligenti, l’intelligenza non è sempre una componente necessaria per essere dei vincenti. Semplicemente i giocatori che noi non consideriamo “logici”, hanno un tipo di intelligenza diversa. 

Nel prossimo articolo approfondiremo tali concetti

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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