Doug "WCGRider" Polk si è autoproclamato il miglior giocatore di cash game heads-up, titolo su cui molti peraltro concordano, eppure a quanto pare questo non basta per sedersi alle partite che contano di Macao, dove anche un bankroll come il suo rischia di sembrare piccolo piccolo.
"La prima volta che sono andato a Macao, un paio di anni fa, avevo in tasca soltanto cento dollari - ha rivelato scherzando ma non troppo a bluff.com - le mie carte di credito erano state hackerate in Giappone, le avevo naturalmente bloccate e così non potevo prelevare altro denaro". Lo statunitense ne parla di una Las Vegas non altrettanto entusiasmante, ovvero senza la stessa vita notturna ed i ristoranti di classe: a Macao insomma si va soprattutto per giocare.
Fin qui nulla di nuovo, ma è curioso che un professionista del suo livello al momento non ambisca particolarmente a sedersi a certi tavoli. O meglio, si capisce chiaramente come lui lo farebbe anche, ma i problemi al riguardo non mancano: "La rake in certe partite è davvero alta, inoltre non sono affatto inserito in quell'ambiente e ovviamente non parlo il cinese, quindi non potrei semplicemente presentarmi a Macao e pensare di giocare. Inoltre è vero, frequento gli highstakes, ma non gioco il limite una casa/due case!".
Marziano insomma sì, ma non troppo, o almeno non ancora. Polk infatti crede che potrà frequentare quelle partite in futuro, ma non pensa che succederà a breve. D'altra parte, sappiamo come anche Tom Dwan possa avere accesso a certe partite soltanto grazie a generosi finanziatori, che non solo fanno in modo che il suo nome sia presente "nella lista", ma gli mettono anche in tasca abbastanza soldi da potercisi sedere.
Il ragionamento implicito che sembra fare "WCGRider", del resto, appare profondamente sensato: perché dovrebbe passare il suo tempo su un'isoletta cinese, se gli stessi limiti che potrebbe giocare sono quelli che trova ogni giorno online? Certo, magari il field a Macao non sarebbe altrettanto duro, ma anche su questo non è possibile metterci la mano sul fuoco: i tempi in questo senso sono cambiate, e solo nelle partite "blindate" si trovano pochissimi professionisti e molti, ricchi amatori.
I destini di Tom Dwan e Douglas Polk potrebbero però intrecciarsi per un altro motivo. In Australia infatti "WCGRider" è andato in giro con la patch di Full Tilt Poker in bella vista: che sia destinato a sostituire "durrrr" nel team che adesso conta soltanto Viktor Blom e Gus Hansen? Magari si tratta soltanto di una "partnership" temporanea, ma visto lo spessore del giocatore chissà che l'ipotesi non possa prendere corpo in un prossimo futuro.