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A volte ritornano. La raccolta di racconti di Stephen King, però, non c'entra nulla in questo caso. Anni fa, Marco Bognanni era partito alla conquista di Malta, per continuare a grindare sul .com. Ma qualche mese fa è tornato indietro, nella sua Piacenza, visto che come ci racconta lui stesso "PokerStars non mi fa giocare, idem Full Tilt. Non posso accedere alle loro piattaforme in nessuna parte del mondo".
Forse ricorderete quanto accaduto nel 2011, quando 'magicbox' era uno dei grinder più forti nel panorama dei sit & go. Insieme con altri regular quali Claudio Pagano e Litterio Pirrotta, fu accusato di collusion e si vide congelare il proprio account su PokerStars.it. Una vicenda che ancora non si è chiusa, una ferita che stenta a rimarginarsi.
"Il mio provvedimento era di 3 anni, ma siccome c'è ancora la causa legale aperta si è prolungato". Marco ha accettato con grande dignità la decisione di PokerStars, anche se naturalmente ha voluto far valere quelle che erano (e sono) le sue ragioni e i suoi diritti.
"Non ho trovato giusto estendere il provvedimento a tutte le persone che sono state segnalate. Anche perché per alcuni, me compreso, sono arrivate solo segnalazioni, ma non sono mai state trovate mani colpevolizzanti. Ho visto alcune di queste mani e ce n'erano di inconsuete, ma ripeto non riguardavano tutti i giocatori poi esclusi da Stars", precisa con orgoglio il piacentino.
Un peccato, perché Marco ci rivela che le cose non gli stavano andando affatto male, mentre affrontava i regular del mercato .com. Questo però non gli ha impedito di tornare in Italia e continuare a giocare sulle piattaforme .it, oltre ad avere sempre un occhio di riguardo per il poker live.
"Ora come ora cerco di organizzare al meglio le trasferte - ci racconta - Rubano parecchio tempo al grindig da casa e soprattutto non hanno una giusta proporzione tra tempo e possibilità di guadagno. Cercherò di fare solo tappe con numeri davvero golosi, come è stato per l'IPT Malta. Ma anche Estrellas Poker Tour e France Poker Series, che hanno ottimi montepremi".
Insomma, una selezione oculata per ottimizzare il lavoro: "Meno di un torneo al mese, ma ben selezionato. E poi c'è l'obiettivo di partecipare alle WSOP 2015, accompagnandole però al cash game, così da alzare il potenziale rendimento".
Sempre per quanto riguarda i tornei dal vivo, Bognanni fa autocritica: "Di occasioni ne ho avute, ma non sono riuscito a sfruttarle appieno. Anche questo influisce sulla determinazione e sulla voglia di organizzare le trasferte".
'Magicbox' promuove appieno il nuovo trend del poker live: tornei low buy-in, ma con tanti giocatori e montepremi succosi: "Tra i tornei live, nessuno ha la giusta varianza. Nel lungo periodo,intendo. Pur facendo due tornei live al mese per 40 anni, farei solo gli stessi tornei online di un mese! Grindando online può capitarmi un mese no, ma alla fine dell'anno il saldo è sempre positivo e non di poco. Questo ti fa capire come si possa perdere una vita a grindare live".
Largo dunque agli eventi con montepremi giganti e grande affluenza, visto che "non posso grindare abbastanza tornei per farli diventare EV+, se non girando il mondo senza avere fissa dimora. Perciò ben vengano i tornei con prizepool pazzeschi, che possono darti i giusti stimoli per fare bene".
Marco individua una cifra adeguata: "Ecco, diciamo che i tornei con garantiti da € 500.000 in su sono l'ideale. Come ad esempio IPO 18: avrei giocato, ma è nato il mio nipotino Diego e ho saltato volentieri". Non sarà come conquistare un torneo da mezzo milione di euro, ma anche diventare zio è una bella vittoria.