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Le Storie di Assopoker: il non-giovane Napo e il suo sogno nel cassetto

Non nascondo che ad una analisi molto superficiale del personaggio di cui parliamo oggi, pensavo di avere a che fare con lo stereotipo del giovanissimo grinder, un po’ nerd, super skillato, molto attaccato ai suoi modi, alle sue manie. 

Per prima analisi intendo semplicemente un piccolo processo editoriale, come la scelta delle foto, il loro taglio, l’impaginazione. 

Vi avverto subito: ho cannato miseramente. Emanuele Napolitano, Napo ormai anche per i parenti, è tutto fuorché un'entità scontata, un libro scritto; no, per niente, Emanuele è una bella lavagna tutta da scrivere.

Ma siccome sono sempre stato della stessa idea di Daniel Webster, quando scriveva “Il mondo è governato più dall’apparenza che dalla realtà ed è meglio far mostra di sapere qualcosa che saperlo”, voglio evitare di farvi perdere altro tempo. 

Il mistero dell'età

Ciao, Napo, cominciamo proprio da questo mistero dell'età

Ciao Andrea, ti ringrazio per il “giovanissimo”, ti dirò, mi sento sicuramente giovane, ma a 32 anni (a novembre) si corre il rischio di non esserlo più, almeno se ne vogliamo fare una questione puramente anagrafica. 

C’è un rovescio della medaglia che gioca a mio favore:  nessuno indovina la mia età, perciò posso anche continuare a credere di essere giovane!

Dove e come inizia il connubio felice tra il Signor Napolitano e il poker? 

Abito in un paesino in provincia di Varese e ho sempre lavorato con i miei genitori che hanno gestito diverse attività nel corso degli anni. 

Ho conosciuto il poker proprio grazie ad una di queste attività, una sala slot in cui avevamo una Skin di People’s Poker dalla quale potevamo creare dei conti gioco ai nostri clienti e fare da “punto fisico” per ricariche e prelievi.

Il cash game e i microlimiti

Da lì mi sono appassionato e ho iniziato a ricercare informazioni online sul giochino, fino a trovare per caso l’annuncio di una scuola di Poker che ho frequentato per parecchi anni.
In quella scuola sono cresciuto e ho trovato gli stimoli per iniziare a pensare di fare di questo gioco una professione a tempo pieno.

Hai cominciato bruciando le tappe, o hai fatto la cosiddetta "gavetta"?

Ho cominciato dalle basi, i microlimiti del cash game, scalandoli un po’ per volta e facendomi strada in quel contesto, ma i tornei sono sempre stati la mia passione e da qualche anno ormai gioco principalmente quelli.

Vuoi però per questioni di bankroll, vuoi per questioni di Real Life (4 anni fa ho aperto con i miei fratelli un bar/tabacchi nella nostra zona e ho dovuto gestirlo e lavorarci per 2 anni pieni), ho potuto iniziare a “giocare” seriamente solo 2 anni fa.

Il passaggio è stato abbastanza impegnativo, quando lo fai come “hobby” hai meno complicazioni rispetto a quando diventa una sorta di professione.

Ci sono dei giocatori che stimi più di altri?

Se sono riuscito a rimanere su questa strada e a trovare una giusta direzione è grazie ad alcuni giocatori che ho conosciuto durante il cammino.

Gli incontri, quelli belli

In primis, le persone con cui mi confronto di più quotidianamente, in particolare 3 player che stimo molto, sono: “Cheever91”, “Aleilrosso” e “Sardo1110”. 

I primi due non giocano più tornei, ma il loro parere comunque risulta prezioso. L’ultimo è un “collega” di MTT e, caso vuole, si è avvicinato a questa disciplina anche per merito mio!

Un’altra persona che voglio ringraziare particolarmente è Paolo Ciuffi, che ho conosciuto 3 anni fa circa. Mi ha dato lui le basi e le impostazioni per iniziare a trattare questo gioco “professionalmente” e oltre all’aspetto tecnico mi è stato d’aiuto proprio per darmi una direzione da seguire.

Quale tipo di impegno porta via una doppia attività come la tua?

Ad oggi la mia routine è finalmente più ordinata rispetto agli anni passati. Mi sveglio la mattina, faccio le mie “commissioni” sia personali che riguardanti l’attività (è a nome mio, quindi aiuto i miei fratelli nella gestione, pur non lavorandoci fisicamente) e poi dopo pranzo inizia la parte pokeristica della giornata. 

Il pomeriggio è per lo più dedicato a studio o pomeridiani, tendenzialmente più la prima.

La sera invece è dedicata al grinding: dalle 20:30 in poi apro circa 14/15 tornei a sera, ad ABI 25 attualmente.

Esistono dei giorni o degli orari più consoni per il poker? 

A parte in periodi di Series (Carnival Series su PokerStars ndr) come questo, durante i quali gioco quasi tutte le sere, solitamente grindo il lunedì, il martedì, il giovedì e la domenica. Il weekend lo dedico al mero svago a meno di casi particolari!

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Diciamo quindi che al poker dedico buona parte delle mie giornate, se dovessi fare una stima penso di spenderci una media di 7/8 ore al giorno.

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Dentro e fuori il poker online

Qual è il tuo rapporto col poker live?

Di quando in quando mi concedo qualche trasferta live. A Campione ero di casa quando c’erano eventi (e mi spiace abbia chiuso i battenti), ma ho fatto anche qualche spostamento. Malta, Nova Gorica, Barcellona, Praga. 

Mi piace girare, sia perché adoro il gioco live, sia perché mi permette di conoscere dal vivo le persone che incrocio ai tavoli tutti i giorni. E’ bello vedere che si può essere nemici ai tavoli, ma riuscire a divertirsi quando si sta insieme “Out of Game”!

E finora devo dire, ho conosciuto davvero tantissime persone fantastiche!

Pensi sia ancora fattibile cominciare oggi a giocare seriamente?

A chi è all’inizio, consiglio in primo luogo di lavorare su sé stessi. Capire i propri errori è il miglior modo per crescere soprattutto perché ti dà la possibilità di riscontrare se i tuoi leak sono comuni anche agli avversari.

Emanuele “NapoMDR” Napolitano

E soprattutto, la mentalità è il primo “ostacolo” di questo gioco e l’ho scoperto a mie spese durante questi anni!

Per quanto riguarda i miei recenti risultati positivi, penso che essi siano originati dai miglioramenti che il mio gioco sta avendo. Ultimamente ho iniziato a lavorare molto più di prima e in maniera più mirata e penso che la cosa stia funzionando. Ma aspettiamo fine anno a tirare le somme.

Nick e futuro

Dove nasce il tuo nick?

Napo è abbastanza facile da capire, mi chiamano così praticamente tutti da anni ormai (a volte se mi chiamano col mio nome faccio anche fatica a capire che si stiano riferendo a me). MDR invece è una sigla, sono le iniziali del personaggio principale del Manga che adoro, One Piece (Monkey D. Rufy). Mi ci rivedo in quel ragazzino con un sogno in tasca e la grinta per realizzarlo!

Come sarà Mr Napolitano da grande?

Come vedo il Napolitano adulto? Spero sempre in questo ambiente, ho ancora tanti obiettivi da raggiungere e tante soddisfazioni che vorrei togliermi!

Ho appena iniziato a scalfire la superficie, tocca lavorare sodo e continuare di questo passo per arrivare a realizzare degli obiettivi importanti, ma sono convinto di essere sulla buona strada!

PS: Dite a Nicola Cappellesso che Piosolver ha trionfato ieri sera! Lui capirà!

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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