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Sofia Lovgren e Ana Marquez

Sofia Lovgren e un all-in a 3: l’analisi di Ana Marquez

A inizio giugno, in Spagna, si è giocato l’888poker LIVE Barcelona Festival Main Event, luogo di ritrovo di parecchi giocatori di poker professionisti europei che hanno scelto di non volare oltreoceano per le WSOP 2019 – o almeno non ancora.

Il torneo, vinto dal nostro Gabriele Rossi al termine di un tavolo finale che ha visto tra i protagonisti anche Stefano Schiano, ci ha lasciato in eredità parecchi spunti di discussione. Uno di questi è una mano molto interessante giocata da Sofia Lovgren, che Ana Marquez ha analizzato per i colleghi di PokerNews.com.

 

 

Come si è svolta la mano

Siamo al Day 1 dell’evento e proprio Sofia Lovgren apre il gioco rilanciando da early position. Jean-Paul Adolle controrilancia subito dopo di lei e viene chiamato sia da Santiago Giraldez da bottone sia da Marvin Hannemann da small blind.

Sul big blind c’è Jean-Pasquale Zuccarelli, che con uno stack di circa 23 grandi bui decide per lo shove.

Dei quattro giocatori ancora attivi nel colpo, soltanto la Lovgren e Adolle chiamano l’all-in del loro avversario. Dei tre, è Sofia ad avere lo stack più grosso, seguita da Adolle e infine da Zuccarelli.

Allo showdown, la situazione è questa:

  • Jean-Pasquale Zuccarelli: A A
  • Jean-Paul Adolle: K K
  • Sofia Lovgren: Q Q

Il board è liscio e permette a Zuccarelli di fare triple-up, mentre Adolle e Lovgren si accorciano sensibilmente.

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L’analisi di Ana Marquez: “Si possono foldare i re qui”

La spagnola Ana Marquez comincia la sua analisi spiegando come tutti e tre i giocatori coinvolti nella mano avevano mostrato parecchia forza nel pre-flop, soprattutto ovviamente Zuccarelli che da big blind ha mandato la vasca dopo un raise e un re-raise di due player da early position – seguiti da altri due call.

“Quando Sofia apre ha per forza un range forte e tight, perché lo fa da early position. Il big blind quando fa shove potrebbe essere molto forte ma non necessariamente, perché c’è tanta dead money nel piatto. Ecco perché Sofia non può foldare: c’è tanta dead money e anche se non sei molto contenta, devi giocare”.

Chi invece avrebbe potuto foldare è il giocatore con KK: “Chi ha i re in realtà potrebbe foldare, perché come ho detto il big blind difficile che faccia re-steal light anche se c’è tanta dead money, mentre Sofia chiamando dimostra tanta forza. Perciò ti viene da chiedere se qualcuno non possa davvero avere A-A. Ma ovviamente è sempre un fold difficile da fare, dipende tanto dai player coinvolti”.

Cosa fare con 25 big blind?

La Marquez poi sposta l’analisi sulla strategia generale da adottare in un torneo con 25 big blind, evidenziando come “25 bui sono uno short stack online, mentre live è diverso: credo che ci sia molto più margine di manovra con questo stack dal vivo”.

Addirittura, la giocatrice spagnola spiega come persino 10 big blind non siano così pochi in un torneo live: “Si può chiamare da big blind, si può ancora aprire, c’è comunque un po’ di spazio di manovra nonostante lo stack sembri così piccolo. Puoi andare all-in e gli avversari potrebbero non chiamarti con il giusto range”.

Tornando ai 25 bui, Ana afferma che “è uno stack con cui non puoi rischiare troppo, quindi devi avere un range piuttosto tight. Ma puoi benissimo aprire con un mini-raise pre-flop, anche da early position. È una mossa che mi piace, perché investi solo 2 big blind ma i tuoi avversari sanno che devi per forza avere un range tight”.

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