Il finlandese Miika Anttonen è un giocatore professionista di poker online che al suo attivo ha oltre 2 milioni di dollari vinti in carriera. Ai colleghi di PokerNews, ha spiegato di aver visto molti giocatori brillanti non riuscire ad arrivare al successo e ha individuato questi tre pattern comuni al fallimento.
Perciò, se il vostro sogno è diventare professional poker player nei tornei, evitate questi tre errori!
In questo Articolo:
Essere troppo aggressivi col bankroll
Niente di nuovo sul fronte occidentale. Abbiamo parlato spesso del bankroll e di come sia importante costruirne e mantenerne uno in linea con i propri obiettivi. Va da sé che senza un bankroll adeguato, il rischio di andare broke è sempre dietro l’angolo.
La varianza domina nei tornei e non è raro, per un giocatore professionista, imbattersi in un dowsnwing da oltre 100 buy-in.
“Il successo a lungo termine”, spiega Anttonen, “dipende dall’avere un bankroll che possa reggere i down swing. Se scegliete di giocare fuori bankroll, presto o tardi probabilmente rimarrete a secco”.
Fallire nel game selection
“Conosco tanti giocatori brillanti in qualsiasi aspetto nel poker, a parte quando c’è da fare soldi”, attacca Anttonen. “Ne conosco anche che a malapena sanno calcolare le pot odds, ma quasi ogni anno incassano premi a sei cifre”.
Secondo il pro finlandese, spesso il segreto è la game selection, che non si limita al “registrarsi ai tornei più facili. Ci sono molti altri fattori da considerare”. Dunque, per un’ottima game selection Miikka consiglia di farsi queste domande:
- Qual è il mio obiettivo a breve termine?
- Qual è il mio obiettivo a lungo termine?
- Quanta varianza posso sopportare?
Se la risposta all’ultima domanda è “non molto”, il pro finlandese approfondisce ulteriormente consigliando di…
Scegliere tornei con piccoli field
Anttonen individua diversi benefici nel prendere parte a eventi con field compresi tra 50 e 500 player:
- Varianza più bassa: più alto è il numero di partecipanti e maggiori sono i premi, questo è vero, ma allo stesso tempo i down swing potenziali diventano più lunghi e c’è molta più varianza.
- Maggior frequenza di final table: meno avversari, più probabilità di arrivare al tavolo finale, una buona palestra per esercitarsi in previsione di final table più ricchi e importanti. E l’esperienza, nel poker, spesso fa la differenza.
- Swing emotivi meno intensi: non riuscire a centrare un risultato importante in un torneo grosso fa male anche ai pro, figurarsi ai giocatori non professionisti. Nei tornei minori, la posta in palio è meno significativa e questo abitua il giocatore agli sbalzi emotivi tipici di chi frequenta i tornei.
Studiare, ma con efficacia
Al giorno d’oggi, di materiale educativo per imparare e migliorare a giocare a poker ce n’è in abbondanza. Ma secondo Anttonen, a fare davvero la differenza non è quanto si studia, ma come. Il finlandese fa l’esempio dei video di training, uno degli strumenti più importanti e diffusi oggi.
“Non state guardando una serie tv, non è intrattenimento: state guardando per imparare”. Ecco perché “guardare un video da 60 minuti richiede almeno il doppio del tempo”. Anche perché per il finlandese è fondamentale prendere appunti.
Non solo. Anttonen consiglia anche di mettere in pausa ogni volta che nel video c’è una decisione da prendere, suggerendo questi cinque passi:
- Primo passo. Guardare il video di una hand review di un giocatore che va deep in un torneo.
- Secondo passo. Aspettare uno spot interessante.
- Terzo passo. Mettere in pausa il video prima che il giocatore prenda una decisione.
- Quarto passo. Chiedersi che cosa faremmo noi al posto suo (utilizzando software che calcolano range e odds).
- Quinto passo. Far ripartire il video e confrontare la propria action con quella del giocatore.