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La Francia sta perdendo la grande scommessa: betting e poker in profondo rosso, operatori sotto di 14 milioni

Disastro in salsa francese. Chiamatelo come volete ma ai numeri non si scappa. Sono questi i titoli di coda degni per descrivere l’esperienza transalpina (dal 2010 ad oggi) nell’e-gaming. La Francia ha sempre rivendicato un ruolo da leader nel mercato europeo del gioco (e non solo…) ma senza le necessarie competenze come dimostrano i dati di degli ultimi anni, da quando a Parigi hanno deciso di regolamentare il settore online (tutti i settori in rosso: scommesse, ippica e poker online, i casinò invece non sono autorizzati).

Leader politico…

Sono noti i contrasti dei burocrati transalpini con la Gran Bretagna nel settore del gambling online prima del Brexit, in sede europea. Ora che a Londra hanno deciso di dire stop all’Europa ed hanno mandato una “raccomandata senza ricevuta di ritorno” all’esclusivo club formato da Merkel, Hollande e Jean-Claude Juncker, i dirigenti transalpini stanno provando ad egemonizzare lo scenario politico europeo in materia, nonostante non riescano a disciplinare e rendere un minimo profittevole uno dei mercati che non ha mai conosciuto crisi (in Europa e nel Mondo) negli ultimi anni: le scommesse.

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Il presidente francese Hollande, insieme a Merkel e Junker. Questi tre leader stanno guidando l’EU da anni. I transalpini rivendicano una leadership anche nell’egaming, nonostante risultati disastrosi sul mercato.

Francia partner giusto?

Siamo sicuri noi italiani di voler un mercato con liquidità unica con i francesi, magari con regole condivise? Alla fine, il nostro paese è stato il primo a regolamentare l’online ed il mercato funziona con regole che nel tempo sono state migliorate (vedi tassazione nel betting online per fare un esempio), a seguito di anni di esperienza, seppur vi sono ancora diversi aspetti migliorabili (vedi ad esempio sicurezza, multiaccounting etc). Forse bisognerebbe condividere i progetti di liquidità con stati dove sono riusciti realmente (e non a parole) a far funzionare i mercati.

Betting francese: volumi alti ma perdite record

Le scommesse online stanno registrando in Italia (ed anche negli sperduti angoli della terra) numeri pazzeschi, con un incremento anno su anno non solo dei volumi ma anche dei margini, nonostante sia forte e capillare la concorrenza della rete terrestre (agenzie).

In Francia gli appassionati giocano molto, di fatto neanche i transalpini riescono ad arginare problemi collaterali (dipendenze etc), ma nelle scommesse sportive gli operatori sono riusciti a perdere ben 7 milioni di euro nel 2015.

Eppure i volumi raccolti sono da record: i francesi hanno scommesso nel 2015, 1,44 miliardi di euro (non venite a raccontarci la storia che vogliono calmierare il mercato per tutelare gli utenti), più 30% rispetto al 2014 (nonostante l’anno scorso non vi sia stato alcun evento sportivo trainante), ma solo 5 degli 11 bookmakers autorizzati hanno chiuso il bilancio in attivo. Il settore ha accumulato perdite complessive (come detto) per 7 milioni. Regole cervellotiche e tassazione illogica hanno strozzato il settore e lo Stato è l’unico a guadagnarci (ma per quanto ancora?).

Poker online con tanti alibi

Stessa cosa sta avvenendo da parecchi anni nel poker cash game, con un prelievo del 2% sul pot, che ha mandato broke parecchie poker rooms e provocato una fuga dei players verso l’estero, a beneficio dell’erario di altri paesi. L’anno scorso ,7 delle 9 rooms autorizzate ha riportato perdite.

Un sistema che non può funzionare, ma almeno nel poker, le autorità francesi possono nascondersi nella crisi globale che ha colpito il settore anche negli altri stati europei. Abbondando gli alibi nonostante una tassazione insostenibile per tutti.

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La spesa complessiva nel poker online è calata del 4%, a 232 milioni. Cash game invece ha segnato un bel -14% a 101 milioni. I volumi nei tornei però sono aumentati del 14% (merito degli Spin and Go ed Espresso). I giocatori attivi sono diminuiti del 4,4%.

Bilancio complessivo 2015

Poker rooms e bookmakers hanno chiuso in rosso, nel 2015 per ben 14 milioni di euro, quando nel resto del mondo si sta registrando un boom record di utili nelle scommesse. Difficile fare peggio dei francesi.

Solo l’ippica (governata da una potente lobby) riesce a tenere il colpo e chiudere con un surplus di 10 milioni. Di fatto, l’industria dell’online in Francia ha chiuso con un passivo di 4 milioni. Se paragonate a tutti gli altri dati dei paesi europei, si comprende di come spetti una intensa attività di revisione all’ARJEL (organo solo esecutivo, imbrigliato dalle illogiche regole volute dal parlamento parigino). Altro che leadership europea, slogan che possono funzionare solo a parole, ma i fatti dicono altro.

Prospettive nere

Quanto potrà durare un mercato del genere? Lo Stato è l’unico attore in gioco che ci ha guadagnato, ma le gaming company in per quanto potranno reggere ancora? Forse solo le più grosse (ma con gli investimenti marketing siamo certi che siano in attivo?).

Dal 2010 ad oggi, gli operatori con licenza francese hanno rimediato perdite complessive per 471 milioni di euro, in uno dei settori economici, come detto, migliori per trend in Europa. Betting in pole position per i risultati negativi con un deficit di 222 milioni, seguito dal poker (206 milioni) e l’ippica (43 milioni). Se però contiamo le spese nel marketing e nel costo del personale, il buco rischia di essere gigantesco. Chi è il pazzo che può ancora pensare solo di investire in quel mercato?

La Francia non sembra il partner ideale per il nostro paese, forse sarebbe meglio guardare altrove per una liquidità condivisa (Gran Bretagna e Spagna).

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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