Può sembrare un paradosso, visto che stiamo parlando di una società che rappresenta ed incarna i “poteri forti” della lobby finanziaria statunitense.
Le sue quote sono in mano ad importanti fondi d’investimento, ma l’eccessivo indebitamento e, l’aver puntato solo sul mercato a stelle e strisce, rischia di costare molto caro ai propri investitori. Gli interessi passivi sono ogni giorno sempre più insostenibili.
Debiti a parte, se c’è un uomo che rappresenta però al meglio la potente Caesars (non scordiamoci che il braccio destro di Obama, Herry Reid, è salito al potere grazie agli importanti sponsor di Las Vegas) questo è Gary Loveman, CEO in carica, ancora per poco.

La sua sostituzione è già stata decisa dal board: non sarà più l’amministratore delegato, manterrà solo la carica di presidente.
Gary Loverman lo possiamo considerare il padrino delle WSOP, visto che è stato lui a condurre l’operazione di acquisto delle World Series, strappandole dalle mani di Binion.
Al timone salirà il manager Mark Frissora, ex CEO e presidente di Hertz Global Holdings Inc. Dalle auto a noleggio passerà a dirigere la più imponente catena di casinò degli Stati Uniti e soprattutto dovrà rinegoziare con i creditori e ridisegnare gli scenari del gruppo.
Le dimissioni di Loverman rappresentano una svolta epocale nella storia di Las Vegas. E’ stato uno dei CEO più longevi della Strip.
Al comando di Caesars (al tempo Harrah’s), nel 2004, ha acquistato le World Series of Poker dalla famiglia Binion e, in un certo senso, ha riscritto la storia del poker moderno.
Dopo 12 anni in carica, il re è stato costretto ad abdicare.
“Sono arrivato nel 1998. Ora l’azienda è impegnata in una ristrutturazione formale di una delle sue controllate e vi saranno diverse fusioni tra alcune entità. I tempi sono maturi per il passaggio di consegne”.
E’ in atto un’incorporazione tra Caesars Acquisition Corporation e Caesars Entertainment. Con questa operazione “Caesars potrà ancora prosperare per molti anni” assicura il re, oramai rimasto senza corona.