Lotteries and Gaming Authority di Malta ha sempre goduto di buona reputazione, ma negli ultimi anni ci sono stati diversi fallimenti di società autorizzate, con i giocatori che non hanno più rivisto i loro fondi depositati. Lo scandalo più importante è stato quello di Everleaf.
Per questo motivo, sull’isola hanno cambiato i regolamenti ed ora, per ottenere una licenza, le gaming company devono offrire garanzie di affidabilità maggiori e rispondere a criteri più rigorosi.
E la bomba “Everleaf”, dopo essere scoppiata sui forum mondiali (vedi TwoPlusTwo dove è nata una discussione molto calda), è esplosa in tutta la sua evidenza anche nel cuore del Mediterraneo. Le autorità maltesi non sono molto tolleranti su chi non rispetta le regole. Una prova si è avuta in questi giorni, con l’arresto del direttore di Everleaf Gaming, lo svedese Michael Zwi Oros.
Le accuse sono gravi: appropriazione indebita dei fondi dei players e mancato pagamento delle tasse legate alla licenza di gioco.
Il manager svedese è stato rimesso in libertà con il pagamento di una cauzione da 10.000 euro, ma non potrà lasciare l’isola ed ogni giorno dovrà recarsi in Questura e firmare, per tutta la durata del procedimento.
Sotto inchiesta sono finiti tutti i responsabili della room ed anche alcune figure chiave. L’obiettivo delle autorità è quello di recuperare gli 800.000 euro mancati ai fondi dei players, rimasti a mani vuote.
Quello di Everleaf è uno degli scandali più eclatanti vissuti dall’e-gaming europeo negli ultimi anni e le ragioni del fallimento sono diverse.
iGaming.org punta il dito contro la rete di agenti italiani che faceva giocare molti clienti a credito: fondi mai restituiti alla room, a seguito di perdite pesanti.
A nostro avviso invece, uno dei motivi più rilevanti ha radici più lontane: Everleaf raccoglieva gioco negli USA e registrava volumi importanti, violando l’UIGEA. Il Dipartimento di Stato ha confiscato tutti i fondi e Everleaf nel giro di pochi mesi è andato in sofferenza finanziaria, ripetendo – con le dovute proporzioni – per filo e per segno, l’esperienza negativa di Full Tilt, pochi mesi dopo il Black Friday.
Il caso interessa parecchi giocatori e due poker players hanno deciso di tutelare i propri crediti con un’azione giudiziaria.