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Andrea Dato

Andrea Dato: “favorevole all’uso dei software ma con equilibrio. C’è meno divario tra pro e fish”

Andrea Dato, nonostante la sua giovane età, è uno dei veterani del poker online e live italiano. Ha maturato molta esperienza internazionale frequentando i principali circuiti mondiali, ottenendo risultati di tutto rispetto. Il suo approccio al gioco è sempre scientifico, non a caso, in una nota trasmissione televisiva era stato denominato “il Professore”. L’abbiamo incontrato a Malta e parlare con lui di poker è sempre interessante e mai banale.

Andrea, uno dei temi più caldi del momento è l’utilizzo dei software nell’online. Il tuo parere?

Sono favorevole però nella misura in cui il giocatore amatoriale non si senta “truffato”. Ho sentito molti ragazzi dire che ‘non giocano perché sono consapevoli che gli avversari sanno tutto di loro’. Quindi, vi deve essere comunque un deterrente per far sentire “comodi” e far giocare anche coloro che hanno meno esperienza ai tavoli.

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Andrea Dato

Per quale motivo sei favorevole all’utilizzo di tools?

Io vedo di buon occhio tutti gli strumenti che enfatizzano le skills. Sono a favore di tutti i tools che ti permettono di mettere in pratica le tue abilità e riducono la varianza. Parlo in particolare di Hold’em Manager. Note Caddy, ad esempio, offre un aiuto ulteriore. Hanno inserito alcuni badges. Sai come funzionano?

No, spiegalo per favore ai nostri lettori.

Tu metti una serie di condizioni, ad esempio: se folda le 3-bet più del 60% e se folda alle c-bet nei piatti 3-bettati più del 50%, il tools ti avvisa con un disegnino. In questo modo, mentre giochi, hai degli spot che sono auto-profit, ovvero a prescindere dalle carte che hai, puoi seguire una certa linea contro quel tipo di giocatore, perché sai che è altamente profittevole. Li avevano messi, poi li hanno tolti ed ora li hanno inseriti di nuovo recentemente.

Molte software house stanno dialogando con PokerStars, per sviluppare ulteriori aggiornamenti, proprio per trovare un punto di equilibrio.

Il dialogo tra rooms e software house è la strada giusta. Le case da gioco hanno il polso del mercato, fanno sondaggi e sanno quali sono le esigenze dei players. Le software house si devono adeguare.

Giochi da molti anni live e online. Come è cambiato il gioco all’estero negli ultimi anni? Hai notato differenze marcate?

A questa domanda ci vorrebbe una settimana per rispondere… In estrema sintesi: quello che ho notato è che prima c’era un divario più ampio tra giocatore scarso e giocatore forte. Naturalmente entrambi sono migliorati nel tempo, il problema è che il player scarso è migliorato molto di più, rispetto al grado di miglioramento del giocatore forte.

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Conseguenze tangibili?

Nelle fasi finali dei tornei con strutture deep, vedi ancora molti giocatori occasionali, perché oramai l’edge del giocatore skillato si è affievolito. Il divario non è ampio.

Pro e contro?

Per i giocatori forti è più difficile fare chips per arrivare in fondo ad un torneo. Il lato positivo è che il field è numeroso e l’ecosistema è equilibrato. Giusto così, c’è maggiore varianza ma molti appassionati continuano a giocare. Una volta, quando ti sedevi ad un tavolo facile, potevi fare quello che volevi, 3-bettare in ogni momento. Ora anche i giocatori scarsi conoscono certe dinamiche e meccanismi per difendersi.

Fine prima parte – continua

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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