C'era una volta PokerStars, nata come una start-up con qualche idea e pochi impiegati, e diventata una superpotenza del poker online, capace di impiegare 1.700 persone in tutto il mondo. C'era una volta, ma naturalmente la poker room numero un al mondo c'è ancora. Ce la racconta James Hartigan, noto presentatore e commentatore britannico di EPT Live.
Hartigan è volato fino all'Isola di Man, sede del quartier generale di PokerStars, dove ha parlato con l'Head of Corporate Communications, Eric Hollreiser, alla scoperta di un'azienda che oggi è vista come il faro dell'industria del poker virtuale.
"Ci siamo sempre concentrati molto sul customer service - ha spiegato Hollreiser - I nostri sforzi sono stati ripagati da clienti molto fedeli: abbiamo 65 milioni di giocatori registrati in tutto il mondo. Il successo si basa sul fornire un prodotto che i giocatori amino e desiderino".
Guai - ormai passati - a parte, di tutto si può dire su PokerStars, ma non che abbia innovato il mercato del poker online: "Ripeto, prima di noi non esisteva un servizio clienti di questo livello, né un prodotto favoloso come il nostro. I giocatori hanno fatto passa parola sin dal'inizio. Certo, noi abbiamo sviluppato ottime campagne di marketing e fatto ciò che i giocatori si aspettavano da noi", ha detto Hollreiser.
Hartigan ha poi chiesto al capo delle comunicazioni della room della 'picca' di spiegare come l'azienda funziona a livello operativo, da dove è partita e come si è sviluppata: "Siamo partiti online, ma poi siamo passati a sviluppare prodotti ed eventi live tra i più prestigiosi al mondo. Oggi sviluppiamo anche programmi sul poker sia online che in tv".
Per quanto riguarda le sedi, PokerStars non si limita a un (enorme) ufficio sull'Isola di Man: "Il quartier generale è qui, dove abbiamo anche la licenza globale. Ma abbiamo uffici principali anche a Londra, in Australia, in Europa Occidentale e in Costa Rica. Il punto di forza è un servizio clienti in 29 lingue, 7 giorni su 7. Siamo al livello delle principali industrie del mondo".
Infine, uno sguardo al futuro: "Non ho la sfera di cristallo - scherza Hollreiser - sarebbe come vedere tutte le carte degli altri giocatori. So però che vogliamo continuare a mantenere il profilo di una delle migliori compagnie del gioco, un titolo che prendiamo loto seriamente, sotto tutti i pnti di vista. Il futuro di PokerStars? Saremo sempre in prima linea, ci spingeremo oltre, lavorando coni giocatori e con i governi locali".
Ecco il video dell'intervista di Hartigan a Hollreiser:
[youtube]http://youtu.be/vsS6t7cgwKI[/youtube]
Nella seconda parte di questo viaggio all'interno di PokerStars, il commentatore inglese ha intervistato Donna Crellin, Director of Treasury dell'azienda, colei che in buona sostanza gestisce i flussi finanziari. La prima questione posta da Hartingan è stata: che cosa fa PokerStars coi miei soldi?
"Quando un giocatore effettua un deposito, la prima cosa è segregare il suo denaro - spiega la Crellin - Questo significa che quei soldi finiscono in un conto separato, di modo che non vengano mischiati coi fondi operativi dell'azienda. Ci appoggiamo a più banche: dal 2008 ad oggi abbiamo imparato molto, non vogliamo farci sorprendere nel caso succeda qualcosa a una singola banca".
Quindi, Hartigan ha domandato se a PokerStars non venga mai la tentazione di "prendere in prestito i soldi dei giocatori", magari per lanciare qualche massiccia campagna di marketing: "No, mai - è la risposta secca della Crellin - Fa parte della nostra licenza tenere i conti separati, cosa molto importante. Ma agivamo così già in passato".
Infine, l'ultima domanda è sulla disponibilità dei fondi: "I giocatori possono prelevarli quando desiderano. Abbiamo sempre i loro soldi a disposizione, tutti i giorni. Se uno vuole ritirare dal proprio account, può farlo quando gli pare e piace".
Vi lasciamo con la seconda parte del video:
[youtube]http://youtu.be/KQ0n05g6C2c[/youtube]