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Dario Alioto: intervista esclusiva (2° parte)

Dario ha giocato 6 tavoli finali fra WSOP e WSOPEDario Alioto, nella prima parte della sua intervista, parlava fra l'altro dei suoi programmi per le WSOP 2011, di una sfida in programma in coppia con Dario Minieri e dell'ingresso del cash game in Italia. Ecco quindi la seconda parte, in cui il capitano del team pro di Sisal Poker tocca altri temi interessanti: anche in questo caso, potete ascoltare l'intervista grazie al nostro player.

Essere un giocatore sponsorizzato è il sogni di molti: quali possono essere a tuo avviso gli eventuali svantaggi di legarsi ad una poker room?

“Investire su qualcuno significa anche chiedergli qualcosa in cambio: gli impegni saranno proporzionali all'entità dell'accordo. Questo può limitare la propria libertà, ma credo sia assolutamente normale nel momento in cui una società scommette su un giocatore. D'altro canto è importante capire quanto la poker room sia disposta a puntare su di noi ed a promuoverci, dandoci visibilità attraverso i media o garantendoci un budget per i tornei live di un certo tipo, non tutte le offerte sono uguali. Il nostro team è stato giudicato nei forum di poker come il migliore in Italia: l'importante è che ciascun giocatore sia motivato a ricoprire il suo ruolo e che non consideri la propria sponsorizzazione come una semplice fonte di buy-in, anche perché questo viene poi trasmesso all'esterno”.

Se dovessi scegliere alcuni giocatori famosi per una sessione di coaching, chi vorresti per te?

'Ryu' è decimo nella All Time Money List PLO WSOP“Sicuramente vorrei imparare qualcosa da Phil Galfond, uno dei pochi giocatori del quale amo lo stile nel Pot Limit Omaha. Ha un gioco preflop aggressivo ma accorto, e mi piacerebbe poterlo studiare. Nei tornei live invece la perspicacia di Phil Ivey è incredibile, a volte riesce a fare delle scelte esatte senza che tu sia in grado di capire come ne sia stato capace: andrei a casa sua per una settimana per imparare qualsiasi cosa. Un altro giocatore da cui ho imparato molto è Tom Dwan, mi ha insegnato l'importanza della value bet. Alle WSOP del 2008 eravamo assieme al tavolo finale di un evento Deuce to Seven dove io finii nono e lui ottavo. In quel torneo, ogni volta che si accorgeva di aver mancato anche una piccola value bet si arrabbiava come se avesse commesso un errore enorme. Di fatto aveva ragione: non mi dispiacerebbe insomms chiuderli tutti in una casa per imparare qualcosa da ognuno di loro”.

A proposito dell'apprendimento, che tipo di andamento credi abbia nel tempo, e quanto è difficile continuare a migliorare quando il proprio livello è già ottimo?

Alioto è settimo nella All Time Money List italiana“Gioco da sei anni, e mi sono reso conto di quanto sia difficile evitare di non peggiorare. Arrivati ad un certo livello è dura continuare ad arricchire il proprio bagaglio tecnico: spesso anche a distanza di un anno si torna indietro. Questo succede a tutti, ed è capitato anche a me. Le curve di apprendimento infatti non sono lineari, esistono dei picchi. In questo senso, le World Series sono un'occasione eccellente per imparare: bisogna prestare attenzione al gioco dei migliori per andare a fondo su certi aspetti, senza eccedere. Infatti, spesso l'esasperazione di certe componenti nel gioco porta a fare mosse sempre più ardite, fino a rompere l'equilibrio fra la bella giocata e quella spewy, nel tentativo di fare sempre un passo ulteriore. Anche vivere un periodo particolarmente vincente, come sta succedendo ad esempio ad Alessio Isaia, porta sicurezza in se stessi, migliorando il proprio gioco fino a toccare un punto in cui quel limite di cui si diceva prima viene varcato. Chi è intelligente se ne accorge rapidamente e sa porvi rimedio per tempo, ma è inevitabile”.

E' più importante concentrarsi su obiettivi di breve periodo o su traguardi a lungo termine?

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Negli anni ho imparato che la cosa più importante è pensare a giocare bene nel presente. Non ha molto senso porsi qualcosa di diverso alle World Series, perché qualsiasi traguardo sia a livello monetario che di risultati non dipende da me: non posso pormi l'obiettivo di vincere cinque coinflip. Quello che posso fare è cercare di dare il massimo, di non abbattermi se le cose iniziano in sordina o di non esaltarmi se avrò un buon avvio affrontando con superficialità i tornei seguenti. E'importante stimare anche obiettivi fattibili: nel caso in cui arrivi a un tavolo finale so che non dovrò accontentarmi di questo, ma so che comunque i risultati non dipenderanno esclusivamente dalla mia prestazione”.

E per seguire Dario Alioto alle WSOP 2011, al pari di tutti i giocatori italiani e non, su AssoPoker potrete seguire il blog di tutti gli eventi in programma a Las Vegas, e partecipare gratuitamente alle nostre Fanta WSOP, dove investire su "Ryu" è certamente una scelta azzeccata...

Piero "Pierelfo" Pelosi

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