Il Consiglio di Stato – come vi abbiamo anticipato sette giorni fa – ha bocciato la prima bozza del decreto attuativo della Legge Comunitaria, pubblicando un parere interlocutorio sul regolamento che dovrà riordinare il settore del poker live. In questo modo il supremo organo di giustizia amministrativa ha rimandato al mittente il testo che dovrà essere modificato in base alle indicazioni dei giudici.
Secondo indiscrezioni raccolte da GiocoNews, le osservazioni sono molteplici. Le più importanti, sotto il profilo del merito, riguarderebbero l’entità del buy-in. In base a tali rumors non ancora confermati, il regolamento avrebbe previsto una quota di iscrizione massima di 100€ ma il Consiglio di Stato – nel medesimo parere - non si sarebbe mostrato favorevole, invitando i tecnici del ministero ad un intervento verso il basso (30€) lasciando però una porta aperta, come vedremo in seguito.
Le intenzioni sono quelle di “evitare fenomeni speculativi dell'esercizio del gioco del poker sportivo non a distanza”. Leggiamo sul punto le argomentazioni dei giudici amministrativi:
“Andrebbe riconsiderato l'importo massimo della quota di partecipazione al torneo secondo il parametro del modico valore così come richiesto dal comma 27 dell'art. 24 della legge n. 88/2009. Ciò con riguardo anche al contenuto dell'allegato parere n. 3237 della prima sezione di questo Consiglio, reso (con riguardo ad un quesito posto dal Ministero dell'interno relativamente alla liceità dei tornei di poker nella variante denominata "texas hold'em" o poker sportivo nei locali pubblici o aperti al pubblico) nell'adunanza del 22 ottobre 2008, laddove al paragrafo 11 viene richiamata la giurisprudenza della cassazione penale secondo cui il fine di lucro, caratteristica del gioco d'azzardo, vada escluso quando il valore della posta sia del tutto irrilevante o quando la posta sia talmente tenue da indurre a ritenere non sussistente lo scopo di conseguire un guadagno economicamente apprezzabile”.
“Nello stesso parere e nello stesso paragrafo 11, si condivide la posizione del Ministero dell’Interno che sembrerebbe attestarsi su una posta non superiore ad 30€. In tal senso, potrebbe anche essere utile un confronto con l'importo massimo stabilito dalla disciplina dei giochi di abilità a distanza”.
Quest’ultimo punto merita una riflessione. Vi è quindi un’apertura anche a buy-in maggiori ma solo per eventi particolari? Come noto, nell’ online, fino a pochi mesi fa, il limite massimo era fissato in 100€ ed ora è stato elevato a 250€ per tornei e sit-and-go. Per quale motivo il Consiglio di Stato critica il limite massimo e poi esorta ad un confronto con i buy-in su internet che sono più elevati?
E’ probabile che, come aveva prospettato la Legge Comunitaria, per certi eventi il limite sarà solo di 30€ e per tornei di valenza maggiore, sarà consentito un buy-in fino a 100€. E’ bene dirlo, siamo solo nel campo delle ipotesi, nel caso contrario l’atteggiamento dei giudici amministrativi sarebbe, a dir poco, contraddittorio.
Il Consiglio di Stato poi allarga il campo delle osservazioni: “Andrebbe resa evidente la previsione che il singolo giocatore non possa partecipare ad altro torneo in un'altra eventuale sala da gioco della stessa città. A tale scopo, per i controlli, ci si potrebbe avvalere degli strumenti informatici collegati con il sistema di controllo centralizzato”.
Inoltre – in base alle recenti indiscrezioni sul regolamento – potrebbe essere organizzato solo un torneo nel medesimo territorio comunale, nell’arco delle 24 ore.
Si parla inoltre di rake del 3% con un’aliquota del 20% sulle somme non destinate al montepremi come “ritenuta alla fonte a titolo di imposta effettuata dal concessionario”.
Luciano Del Frate