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Poker live: la parola alle federazioni

Nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione della famosa relazione sullo stato del poker live in Italia, non hanno tardato ad arrivare le reazioni da parte dei rappresentanti delle tre principali federazioni pokeristiche italiane. La relazione, firmata dal Ministro dell’Interno Maroni e dal capo della Polizia Manganelli, rispondeva alla richiesta da parte del Consiglio di Stato, che aveva appunto chiesto una indagine conoscitiva approfondita del "fenomeno - poker" in Italia.

Il quadro che ne è uscito non è molto confortante: le oltre 500 associazioni disseminate sul territorio che aspirano ad organizzare tornei dovrebbero, secondo il Ministero, limitarsi a buy-in da 30€ per i tornei regionali, per arrivare a 100€ in quelli nazionali. Inoltre, lo stesso circolo/associazione non potrebbe svolgere “nella medesima serata e nella medesima località più di un torneo”. Se a questo si aggiungono anche le preoccupazioni espresse nel documento sulle possibili infiltrazioni della criminalità all’interno di questo business, e quindi sulla necessità di assoluta trasparenza riguardo a costi e spese sostenute, l’ottimismo trova un percorso ad ostacoli davanti a sé.

Come detto all’inizio, le reazioni delle varie federazioni non si sono fatte attendere. Secondo Isidoro Alampi, presidente FIGP "Una regolamentazione del settore, fosse anche in termini restrittivi, è importante per avere ordine e certezza nell'organizzazione dei tornei di texas hold'em". Alampi è moderatamente ottimista anche riguardo ai punti più vincolanti del documento:"La quota di iscrizione di massimo 30€ per i tornei che si tengono nei club rischia di essere troppo bassa, andrebbe bene se fosse adeguata a quella prevista per il gioco online, vale a dire 100€. Un torneo al giorno potrebbe andare bene, il problema però è che la relazione non specifica che cosa si intende con il termine torneo".
La chiave di tutto, secondo il presidente FIGP, è " regolare il settore del live seguendo il modello dell'online, in caso contrario i tornei che si tengono nei circoli rischiano di essere penalizzati da quelli che si svolgono online. Ritengo anche che così come sul web esistono dei meccanismi per la tracciabilità delle giocate, sarebbe opportuno tenerle sotto controllo anche nei tornei live".

A fargli eco troviamo Giosuè Salomone, vicepresidente di Italian Rounders, che fa il “pompiere”: "Il panico che si sta scatenando tra i circoli di poker sportivo live e i giocatori non ha senso di esistere per una serie di ragioni: in primis le notizie circolate in questi giorni non rappresentano alcuna novità rispetto a quello che già era a nostra conoscenza e, anche se c'è qualcosa da limare nel quadro che si sta delineando per la gestione dei tornei, accogliamo con favore la legittimazione della realtà associativa da parte dell'autorità centrale".
Il numero due di I.R. va oltre, e vede positivo nell’ipotesi di regolamentazione che la relazione contiene in sé perché, “anche se andrebbe corretta in qualche aspetto, riconoscerebbe l'esistenza di un circuito che poteva finire nelle sale Bingo o in mano a concessionarie a costi di centinaia di migliaia di euro se lo Stato avesse deciso di vendere delle licenze".
Anche Salomone, come Alampi, vede nella limitazione del buy-in un aspetto decisamente migliorabile, mentre sulla questione della tracciabilità dei tornei: "Non ci sarà nessuna tracciabilità da quello che si evince dalla relazione del Ministero che è stata redatta in maniera molto approfondita. I controlli verranno eseguiti nei circoli e sarà facile capire per la Polizia se un'associazione si è attenuta alle regole".

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Fa sentire la sua autorevole voce anche Luca Pagano, stavolta non in qualità di giocatore ma in quella di presidente FITH: "Ben vengano regole precise per poter praticare il texas hold'em in Italia nella piena legalità; si doveva arrivare a questo molto tempo fa. La FITH è d'accordo sul limite massimo dei 100€ di iscrizione per i tornei nazionali, ma è assolutamente contraria a limitare a soli 30€ il costo massimo di iscrizione alle manifestazioni locali".
L’affondo del campione di Pokerstars si fa deciso "E' impensabile credere che le varie associazioni siano in grado di poter coprire le spese correnti di gestione dei locali, organizzando un solo torneo al giorno da 30 euro. Ci sono centinaia di appassionati che hanno investito tempo e soprattutto denaro per la creazione di queste associazioni. Bisogna che le istituzioni ne tengano conto. La FITH ritiene che l'allineamento dei buy-in del gioco live a quello online sia, oltre che auspicabile, una condizione doverosa e necessaria per le associazioni, che formano nel territorio il tessuto connettivo del movimento stesso. Il contrario sarebbe un vero e proprio falso ideologico".

Un ultimo commento, Luca lo riserva al presunto scontro tra casinò ed associazioni sull’organizzazione di eventi futuri. Secondo Pagano il problema non esiste, anzi, “dal rapporto tra casinò e associazioni devono nascere sinergie importanti".
 

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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