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Casinò di Venezia: il Caesars di Las Vegas pronto all’acquisto

venezia-caesars-casinoGiorgio Orsoni, sindaco di Venezia, ha confermato nella giornata di venerdì ai rappresentanti sindacali la probabile privatizzazione del casinò della città lagunare. L’amministratore delegato Vittorio Ravà è stato incaricato di curare l’operazione di dismissione della gestione ventennale, secondo il Gazzettino Veneto.

Un advisor designato dovrà esaminare le proposte di acquisizione che sono pervenute sul tavolo dell’amministrazione comunale. Si tratta di candidati di assoluto prestigio come la potentissima multinazionale Caesars Entertainment, catena che gestisce 40 casinò solo negli USA, comprese alcune delle sale da gioco più note e prestigiose di Las Vegas (Caesars Palace, Flamingo, Planet Hollywood Resort , Rio e Paris).

La società del noto presidente Gary Loveman sta investendo in un hotel a cinque stelle di lusso in Cina ed ha presentato il rendiconto con utili per 198,2 milioni e un fatturato spaventoso di 2,25 miliardi di dollari raccolti nel terzo trimestre del 2011. 

Il colosso di Las Vegas è sempre stato interessato al mercato del nord est Italia: nei primi anni 2000 doveva costruire una mega struttura a Nova Gorica, a pochi chilometri dal confine, in joint venture con la slovena Hit. Il progetto è poi fallito per problemi politici.

L’eventuale ingresso di Caesars Entertainment in Italia potrebbe avere effetti diretti anche sugli equilibri del poker live europeo: la società statunitense detiene i diritti delle World Series of Poker e per la prima volta ha organizzato le WSOPE al casinò Majestic Barrière di Cannes.

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Proprio la catena francese Barrière è la seconda candidata a subentrare nella gestione del casinò di Venezia, guidata dall’erede del gruppo Dominique Desseigne Barrière che dirige ben 37 casinò hotel transalpini. C’è poi una cordata russa di cui fa parte anche il colosso alberghiero Kempinski.

Uno dei tre gruppi dovrebbe subentrare per 20 anni nella gestione del casinò in cambio di 600 milioni di euro che verranno versati nelle casse dell’amministrazione lagunare. Contattate Paribas, Goldman Sachs e Banca Imi per curare l’operazione di dismissione. Per la stampa veneta  partono in pole position gli statunitensi ma i sindacati hanno già promesso battaglia, contrari alla privatizzazione della sala da gioco municipale che deve essere ricapitalizzata al più presto per appianare debiti per 176 milioni di euro.

A questo punto si attende il consiglio comunale straordinario del 22 novembre ed il via libera definitivo del Governo (quale?) nonché l’autorizzazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) che però si è già espressa a favore - sotto il profilo tecnico -   alla cessione della licenza di gioco.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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