Macao è diventata negli ultimi mesi una località che qualsiasi appassionato di poker può dire, sulla carta, di conoscere: fino ad un paio di anni fa ben in pochi erano al corrente della sua esistenza, e questa popolarità cresciuta in modo esponenziale va a braccetto con il suo sviluppo economico, che ormai mette in imbarazzo perfino Las Vegas.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, il mercato del gioco in questa cittadina è cresciuto ad un ritmo vertiginoso, persino superiore alle più rosee previsioni degli analisti, e come da "tradizione" cinese non pare affatto destinato a fermarsi tanto presto.
Nel 2010 c'è stato infatti un incremento del 57% nel volume di affari, seguito da una strabiliante crescita pari al 25% nell'anno appena concluso: nel solo 2011, i ricavi sono stati pari alla spaventosa cifra di 33 miliardi e mezzo di dollari. Non solo cash game high stakes, dunque, ma che si tratti di baccarat o di roulette, di certo a Macao si scommette forte.
Dati alla mano, si tratta di un numero cinque volte superiore a quello che Las Vegas è capace di vantare: se la crisi di Sin City è cosa rilevata da tempo, la sua fama mondiale che si protrae da decenni sembra ormai schiacciata dai fatturati che provengono dall'altra parte del mondo.
Com'è possibile che una cittadina cinese riesca a fare tanto e in così poco tempo? Ci sono senza dubbio un paio di fattori da considerare. Il primo è che Macao è la sola cittadina dell'intera Cina dove il gioco sia legale, e fa dunque da polo catalizzatore per una popolazione enorme.
Inoltre, secondo stime del 2011 i cinesi con un patrimonio personale di oltre 1.000.000 $ hanno superato la quota di un milione, mentre secondo Forbes sarebbero 115 coloro che vantano una fortuna pari ad almeno un miliardo di dollari.
Sebbene quindi lo statunitense medio abbia ancora un reddito superiore a quello cinese, a fronte di un mondo occidentale che fa i conti con la crisi economica la Cina continua a crescere, con i suoi milionari in costante espansione e quindi anche con la voglia di giocare senza troppe riserve: una buona notizia, almeno per Tom Dwan e compagni...