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Poker e sessualità: il 'coming out' di Jason Somerville

Jason 'JCarver' Somerville"Una delle cose principali che hanno reso il poker un fenomeno così tanto amato è il suo essere aperto a tutti: se hai i soldi, c'è un posto libero per te. Non importa se sei bianco, nero, cristiano, ebreo, donna, disabile, criminale o fetido: ti siedi e si parte tutti alla pari". Parte da lontano Jason "JCarver" Somerville, in un bellissimo post del suo blog personale in cui annuncia al mondo la sua omosessualità.

Giovane fenomeno del poker online che nel 2011 ha trovato una consacrazione anche nel live con il suo primo braccialetto WSOP in carriera, Jason prosegue nella sua disamina: "il poker è un mondo senza pietà, ma il suo mare è aperto a chiunque voglia nuotarvi", afferma Jason, nel sostenere che la community del poker è per sua natura molto tollerante...ma anche no: "in mezzo all'enorme varietà ed eterogeneità di questo mondo, fa impressione l'evidente assenza di gay tra i poker players".

Jason parla di omosessuali dichiarati. "Vanessa Selbst è l'unica pro apertamente gay, oltre ad essere giocatrice fortissima e bella persona, ma se si esclude lei personalmente credo di non aver mai incontrato un poker pro gay. Si fanno e si sono fatte speculazioni: Daniel Negreanu, Tom Dwan e qualche altro pro di nome che come loro è assolutamente etero sono stati al centro di pettegolezzi semplicemente perchè hanno modi gentili, che spesso sono erroneamente percepiti come segnali di omosessualità.

Vanessa Selbst, finora l'unica poker pro dichiaratamente gayLe voci su Negreanu e Dwan sono dunque del tutto infondate, secondo Somerville, che però punta il dito "in realtà nessun poker pro ne parla volentieri."

Lo scopo del lungo post è però un altro. Il giovane top player ci ha pensato a lungo, preso tra la comprensibile esigenza di privacy e la altrettanto legittima voglia di non nascondersi più e poter essere pienamente se stesso.

"L'ho tenuto dentro per tanto tempo. Ho sempre saputo di non essere etero, ma non ne ho mai fatto parola con nessuno per 22 anni. Ho frequentato ragazze da adolescente e fino ai 20 anni, facendo il massimo per convincermi che magari mi sarebbe passata, che con le donne sarei potuto essere in ogni caso più felice. Ma dopo tanti patemi, a 22 anni decisi di dirlo a un mio caro amico. Qualche mese dopo, la seconda e la terza persona a cui lo dissi furono i miei genitori".

Jason prosegue con il racconto di una vita sempre più consapevole, un viaggio verso la decisione di uscire allo scoperto in cui il poker ha avuto un ruolo fondamentale. "Il 2011 è stato un grande anno per me. Sebbene sia riuscito a vincere un braccialetto WSOP, quest'anno è stato cruciale per me perchè mi ha cambiato. A 24 anni, sono finalmente riuscito a far mio il concetto - apparentemente semplice - che la felicità dovrebbe venire prima di tutte le altre priorità, un qualcosa che per qualche ragione risulta difficile a tanti poker player.

Per tanto tempo mi sono svegliato con il pensiero "come posso fare più soldi possibile oggi?", ed è quello che ho fatto", prosegue nel bel racconto di sè Jason Somerville. Ma il Black Friday, e la conseguente fine del grinding online per tanti giovani statunitensi come lui, lo ha privato di quello sfogo-lavoro, mettendolo di fronte alle esigenze della vita vera.

Il momento bello del 2011 di Jason: il braccialetto WSOPLe remore a rendere pubblica la sua omosessualità lo hanno frenato per un pò di tempo: "temevo che, qualsiasi cosa riuscissi a fare o vincere in carriera, per molti sarei stato solo "il giocatore gay", e che questa etichetta mi sarebbe rimasta addosso per sempre con un significato dispregiativo"

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Dopo le WSOP la decisione di svoltare: "Ho deciso che non avrei più preso decisioni nel mio esclusivo interesse economico, ma pensando al loro impatto sulla mia felicità".

E ora? "Sono totalmente aperto nella mia vita privata, ho una bella relazione che significa tanto per me, e - cosa più importante - sono semplicemente più felice di quanto sia mai stato in vita mia".

Jason Somerville ha dunque rotto il ghiaccio, squarciando quella sorta di velo di ipocrisia che pervade il mondo del poker. Un mondo aperto e tollerante, ma non fino in fondo. In Italia un discorso analogo si può forse fare con il mondo del calcio, all'interno del quale sembra vigere una sorta di legge non scritta che vieta di esplicitare non i gusti sessuali tout court, ma solo quelli omosessuali.

Il poker moderno ha delle componenti omofobiche al suo interno, ma più che altro sono le medesime presenti nella nostra società, frutto di retaggi che si perpetuano riflettendosi fatalmente anche nel nostro mondo. Rispetto ad altri microcosmi, comunque, il poker ha delle dinamiche molto meno ingessate e più aperte al cambiamento.

E' vero - banalizzando - che termini come "gay bet" o "gay raise" sono entrati ormai nel lessico di ognuno di noi, ma non sono certo questi a rappresentare il male assoluto: non è con la seriosità ma con l'ironia, che si combattono i pregiudizi.

Per chi avesse voglia (e dimestichezza con l'inglese) di leggere l'intero post originale, può trovarlo a questo indirizzo.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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