Beppe Grillo esce allo scoperto in tema di gioco pubblico: nella giornata di ieri, diversi senatori del Movimento 5 Stelle hanno presentato un’ interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli, chiedendo al Governo di “vietare su tutto il territorio nazionale apparecchi di gioco quali slot machines, videolotteries e giochi d'azzardo online in generale”. Il motivo? Secondo i senatori, tali giochi presentano un “costo sociale diretto elevato, cui si aggiunge il costo sociale indiretto delle patologie connesse al gioco d'azzardo”.
Prima di tutto, non comprendiamo per quale motivo si sia fatta una distinzione tra i vari giochi, quando i dati sulla spesa (come abbiamo pubblicato dieci giorni fa, clicca qui per leggere l’articolo) dimostrano che gli italiani sono “dipendenti” anche da molte altre forme di “intrattenimento”. Come mai escludere Gratta e Vinci, Lotto, Scommesse, Lotterie e SuperEnalotto etc? Per loro informazione, la spesa nel poker cash game e casinò online, nei primi 8 mesi del 2012 è stata pari a 234 milioni, un granello di sabbia rispetto agli apparecchi da intrattenimento (6 miliardi!), solo per fare un esempio.
In tutti i casi, a prescindere da queste considerazioni, lascia perplessi che l’interrogazione alla fine non sia corredata da numeri. Si parla di “costi sociali diretti ed indiretti” ma non vi è il supporto di nessuna statistica, di fronte ad un gettito erariale certo. Si induce un Governo, in un periodo di crisi finanziaria (e con certe risorse già inserite nel bilancio previsionale), a rinunciare ad un flusso importante di entrate quasi immediate, senza alcun tipo di studio o analisi, ma solo per sentito dire? Alla luce di queste considerazioni, l’interrogazione parlamentare sembra assumere un significato solo demagogico e fine a se stesso.
Il dubbio, già alimentato in più di una dichiarazione pubblica del “Movimento 5 Stelle”, è che i grillini stiano facendo una terribile confusione tra volumi di gioco e la spesa reale (la differenza tra denaro giocato e vinto).
Ci sono anche altri due aspetti che i seguaci di Grillo ignorano in modo abbastanza grossolano: in primis, il diritto europeo non permetterebbe una restrizione di questo tipo, ed in tutti i casi, la misura riguardo il gioco online sarebbe anacronistica e favorirebbe le società estere europee che, dinanzi ad una normativa del genere, verrebbero legittimate ad operare, a prescindere dai divieti nazionali, superati. Oramai la giurisprudenza della Corte di Giustizia va in una direzione chiara.
Inoltre, cosa pensano di risolvere? Gli italiani non giocherebbero più online? Ben prima della legalizzazione del poker e dei casinò online, vi erano milioni di nostri connazionali che scommettevano sulle piattaforme internazionali, a beneficio delle casse di altri paesi dell’Unione Europea come la Gran Bretagna, Malta, Gibilterra, Isola di Man etc.
Nel nostro piccolo, sulle ludopatie non ci siamo limitati alle parole o agli slogan, ma siamo passati ai fatti e sarebbe importante che le istituzioni ed i politici iniziassero a fare qualcosa di concreto per curare e prevenire le ludopatie (con misure mirate ed intelligenti) invece di scadere sempre nella demagogia politica.
A presentare l’interrogazione sono stati i senatori Bulgarelli, Mussini, Scibona, Martelli, Montevecchi, Donno, Ciampolillo, Cotti, Giarrusso, Serra, Orellana, Battista, Gambaro, Lucidi, Lezzi, Bocchino, Fucksia, Casaletto, Petrocelli, Puglia, Molinari, Catalfo, Cioffi, Anitori, Morra, Buccarelli, Castaldi, Nugnes, Campanella, Moronese, Bignami, De Pin, Gaetti, Pepe, Marton, Airola, Bottici, Paglini, Mastranmgeli, Cappelletti, Vacciano, Blundo, Bertorotta, Santangelo, Taverna e Crimi. Analoga iniziativa è stata fatta alla Camera dei Deputati.
Un altro passaggio importante dell’interrogazione è sulle slot: i grillini vogliono sapere “se il Governo sia interessato al recupero dei 98 miliardi di evasione nel mercato del gioco d'azzardo; in caso affermativo, se non ritenga opportuno indicare le risorse che si intendono impiegare, la modalità di reperimento di esse, ed i tempi di attuazione della procedura, specificandone i termini di avvio e di conclusione; se intenda mettere in campo meccanismi di sanatoria fiscale per i debiti pregressi che agli interroganti appaiono inaccettabili; in caso affermativo, se intenda specificarne modalità e tempi; quali azioni intenda implementare per contrastare ed evitare il ripresentarsi del fenomeno di evasione”.