Negli ultimi giorni si sono diffuse voci infondate di una possibile presa di posizione del Movimento 5 Stelle nei confronti della regolamentazione del poker live. In realtà, sul forum dei grillini sono stati pubblicati diversi interventi spontanei, ma sono emerse opinioni divergenti sul tema. Vi è un’evidente spaccatura tra gli iscritti.
Poker e giochi d’abilità a parte, vi è una parte consistente dei parlamentari del Movimento di Grillo che sta spingendo per l’abrogazione totale dell’azzardo in Italia. Se rileggiamo nel dettaglio l’interrogazione presentata nei giorni scorsi sia alla Camera che al Senato, ci accorgiamo che i grillini non amano affatto il gambling (chiedono l’abrogazione dell’online, slot e Vlt), pertanto sembra una forzatura poter solo pensare all’appoggio del Movimento alla regolamentazione del live.
In realtà, non vi è la volontà politica di disciplinare un settore che vive su equilibri molto fragili e precari, soprattutto in ottica di ordine pubblico. Meglio quindi far prevalere i pregiudizi e lasciare fuori da ogni controllo un mercato che - di fatto - coinvolge quasi due milioni di persone? Non sarebbe meglio anche in ottica fiscale dare un riconoscimento legale ai circoli, partendo però da presupposti diversi rispetto alla legge del 2011?
Sono stati pubblicati purtroppo i dati sull’occupazione in Italia e un milione di nostri connazionali hanno perso il lavoro nel 2012. E’ stato certificato che se venisse attivata la rete di sale concessionarie AAMS, si verrebbero a creare circa 15.000/18.000 nuovi posti regolari. Certo, si tratta di un fenomeno circoscritto, però nessuno ha mai pensato di sfruttare il poker live anche per rilanciare il turismo nel nostro paese? In Spagna e Francia, ad esempio, proprio per incentivare la presenza di nuovi visitatori, sono stati creati dei mini casinò nelle località turistiche. La presenza di slot machines è concentrata soprattutto in quelle sale.
Si potrebbe seguire l’esempio francese e spagnolo per il poker live. In questo senso, il numero di posti di lavoro complessivi (considerando anche l’indotto) sarebbero decisamente maggiore. Bisogna però prendere coscienza della realtà: nessun partito politico, al momento, sembra intenzionato ad appoggiare una regolamentazione. D’altronde le priorità ora sono altre e le rigide posizioni dell’opinione pubblica non aiutano.
Con la politica che non ne vuole sapere, l’unica strada possibile è quella di cercare di valorizzare il concetto di poker sportivo, in modo tale da prendere le distanze dall’azzardo puro (vedi apparecchi da intrattenimento in primis), cercando di percorrere la strada del riconoscimento da parte del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Da questo punto di vista la strategia della FIGP può essere quella giusta.
Il Coni può ridare credibilità al settore: con il nuovo presidente Giovanni Malagò si può instaurare un dialogo costruttivo. I presupposti ci sono, d’altronde le sentenze della Cassazione parlano chiaro: i tornei di texas hold’em senza rebuy non sono da considerarsi gioco d’azzardo. Più chiaro di così…