Luigi Magistro, vicedirettore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è intervenuto alla Conferenza sul gioco online, tenutasi a Bruxelles e organizzata dal CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo).
Il numero uno di AAMS ha voluto rendere chiaro un concetto: “per poter rendere il prodotto legale competitivo rispetto a quello illegale, occorre adottare nell’online una tassazione ragionevole e pertanto le entrate fiscali sono relativamente ridotte, sicuramente incomparabili con quelle derivanti dalle slot machines e dalle lotterie. Non è regolamentando il gioco online che si risolvono i problemi di bilancio dello Stato".
Per Magistro l’obiettivo è un altro: incentivare i players a giocare sulle piattaforme italiane per tutelarli e proteggerli. Le considerazioni del dirigente sono confortate da numeri significativi: “i ricavi (700 milioni) derivanti dall’e-gaming rappresentano in Italia solo il 4,2% di quelli complessivi. ll 90% dei ricavi lordi provengono da slot machines e lotterie, ovvero giochi “land-based”. E, se consideriamo le entrate fiscali, la percentuale per il gioco online scende al 2,2% delle entrate totali”.
Il direttore di AAMS ha sottolineato che in generale "nel primo trimestre del 2013 si è registrato un forte calo della spesa per il gioco" secondo quanto riporta l’agenzia Agicos. "Nel 2012 - ha affermato Magistro - i ricavi lordi (la raccolta complessiva sottratte le vincite restituite, ndr) per tutti i giochi regolamentati, on e offline, sono stati di circa 17 miliardi di euro, e hanno portato allo Stato oltre 8 miliardi di euro in entrate fiscali. Per la prima volta, si è verificata una diminuzione dei ricavi lordi rispetto all'anno precedente, di oltre il 3%, che ha riguardato tutti i giochi, quasi indistintamente".
Il mercato dei giochi in Italia è in lieve calo anche nel primo trimestre del 2013: "non casualmente, corrisponde al calo della spesa in consumi delle famiglie italiane, conseguenza dell'attuale recessione economica. Il caso italiano dimostra come il noto luogo comune del carattere anti-ciclico dei giochi sia fondamentalmente errato. Sulla scorta della nostra esperienza, non sono d'accordo quando si afferma che la crisi attuale spinge sempre più persone a giocare online. Sono certo che sia vero esattamente il contrario. A prescindere dal rischio generale di gioco problematico o compulsivo, se diminuisce la disponibilità economica delle famiglie, anche la spesa per il gioco online, come ho mostrato, viene tagliata, come per tutti gli altri servizi di intrattenimento".
Magistro smentisce il 'falso mito' del gioco online e la crisi economica. D'altronde se le persone si vogliono arricchire, magari scommettendo solo un euro ad occhi chiusi, non giocano su internet, ma tentano la fortuna sognando di diventare milionari con il SuperEnalotto o il "Gratta e Vinci".