In questo Articolo:
Dove eravamo rimasti
Superiorità, ripensamenti, Gobert, chiusura.
Se seguite la NBA, saprete benissimo dove collocare ognuno di questi capitoli i quali hanno contraddistinto il periodo che ha anticipato la chiusura del campionato professionistico americano di pallacanestro.
Si è partiti da un primo momento di assoluta spavalderia, durante il quale si era capito ben poco di quello che stava per succedere nel Paese più colpito in termini numerici dal Corona Virus.
Dopo qualche giorno i più preoccupati hanno cominciato a lanciare l’allarme per un eventuale pericolo che poteva minare l’integrità della NBA e dello sport in generale.
Rudy Gobert, centro degli Utah Jazz, all’ennesima domanda su quanto fosse preoccupato per la salute sua e dei suoi colleghi, rispose con un gesto che passerà alla storia per quanto iconico: si alzò in piedi e cominciò a toccare microfoni, strumentazione varia, tavolo, sedie, tutto a mani nude, lanciando il messaggio che la NBA non avrebbe dovuto aver paura di nulla.
Gobert, ironia della sorte, è stato il primo giocatore a prendere il Corona Virus, manifestando tutti i sintomi in una stanza d’albergo di Oklahoma City, a poche ore dalla partita che i Jazz avrebbero dovuto giocare coi Thunder.
Poco prima della palla a due, la conferma: Gobert, portato in ospedale per accertamenti, veniva trovato positivo al Covid-19 e Adam Silver, Commissioner della NBA, insieme al suo staff decidevano di sospendere quella e tutte le partite del campionato americano.
22 squadre
Questo più o meno a grandi linee ciò che è successo tra inizio e metà marzo e da lì è cambiato un mondo e mezzo.
La stagione riaprirà venerdì 31 luglio nella sede unica del Disney World Resort di Orlando, Florida, dove 22 squadre e non più 30, termineranno la regular season. Di queste, 16 prenderanno parte ai playoff con la solita formula degli anni passati.
Le squadra saranno suddivise sempre tra Eastern Conference ( nove in tutto ) e Western Conference ( 13 in totale ) e le prime 8 di ciascuna di esse parteciperanno alla post season.
Importante verificare il distacco di fine regular season tra l’ottava e la nona per ogni Conference: il margine di riferimento è di 4 partite, superato il quale si procede senza intoppi. Non entriamo nelle pieghe regolamentari per non annoiare il lettore, ma se il margine è inferiore ci si gioca l’ultimo posto disponibile con una sorta di spareggio supplementare tra le squadre interessate.
Antepost NBA e favorite
Poco da scegliere, qui siamo nell’ordine del “no-brainer” più assoluto: da una parte Lakers, dall’altra i Bucks.
Un po’ quasi tutti i books, betaland, 888sport, Unibet e GoldBet, danno favorite le due squadre per la conquista dell’anello a una quota @3,50.
Solo SkyBet si distingue regalando qualche chance in più ai Milwaukee di Giannino Antetokounmpo @3,40, a dispetto dei Lakers di Lebron James ed Anthony Davis che si possono giocare @3,70.
Da 4,20 di GoldBet a 4,30 di betaland , 4,33 di 888sport e Unibet, fino a 4,40 di SkyBet, il terzo incomodo è presto trovato, i Los Angeles Clippers.
Tutti concordi, quindi, a scovare il dito dell'anello tra queste tre franchigie, poi il vuoto.
La vittoria di Houston si può giocare @13,00 e @14,00 a seconda del book di riferimento.
Seguono Sixers, Denver, Toronto, Boston, Utah e Miami tutte da giocare in un range di quote tra @20,00 e @29,00.
Chi vincerà?
La totalità delle incognite che accompagneranno questo finale di stagione, porterà con ogni probabilità a originare sorprese su sorprese, non tanto per quanto riguarda la conquista del titolo, verso la quale i Lakers sembrano i meglio attrezzati, quanto per quello che può succedere durante i playoff.
Sarà necessario capire come ogni squadra fagociterà un modo totalmente nuovo di affrontare un finale di stagione. Non ci saranno aerei, trasferte, la litania che precede ogni partita: aeroporto-hotel-campi diversi ogni volta-tifosi diversi-tutto dannatamente uguale alla partita precedente, tutto dannatamente uguale a quella successiva.
Per chi vi scrive a Est può davvero succedere il finimondo e le squadre con maggior capacità di attitudine ad una situazione nuova, appaiono quelle che hanno nelle loro corde un sistema che fa della genialità e l'improvvisazione in campo il loro forte, a scapito di quelle più organizzate e metodiche che potrebbero risentire della rivoluzione pronta a partire a Orlando.
Sicuramente è un paradosso, ma alla lunga potrebbero risentirne squadre come Toronto e Boston e approfittarne squadre come Philadelphia e Washington, entrambe ovviamente con obiettivi diversi.
I Sixers si possono giocare @29,00 su 888poker, quote molto appetitose per una squadra che alla fin fine, se girasse, potrebbe dare dei mal di testa un po’ a tutte, Lakers compresi coi quali Embiid e Simmons, in netta ripresa dall'infortunio, non si accoppiano malissimo.
Un occhio di riguardo agli Heat di coach Spoelstra, decisamente la mina vagante di questo finale di stagione. Goldbet offre la sua sorprendente vittoria @29,00.
Insomma, occhio alle sorprese, può succedere di tutto.