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Tom Dwan ed Alec Torelli: cash game senza sosta a Macao

Nella foto si riconoscono Alec Torelli, Tom Dwan e Richard YongForse ne avrete già sentito parlare, di queste partite di cash game high stakes che di tanto in tanto si giocano a Macao: raramente si hanno testimonianze di prima mano che parlino di ciò che accade, visto che chi gioca raramente snocciola dettagli, ma non è questo il caso.

Grazie infatti a "Tom Hall" - un utente di 2+2 che quelle partite le bazzica sia come giocatore che come spettatore privilegiato - abbiamo la conferma che nella cittadina asiatica le partite di poker godono di ottima salute. La fonte è attendibile, in quanto la stessa persona già in passato aveva fornito racconti di prima mano rivelatisi fondati.

"Era da alcuni mesi che non mi presentavo in città - racconta - ed appena ho visto i tavoli non volevo credere ai miei occhi. C'erano due giocatori molto noti a livello internazionale e per il resto asiatici, con così tante fiches sul tavolo che a fatica rimaneva spazio per giocare. Erano lì da due giorni, e si prendevano soltanto quattro ore di pausa di tanto in tanto". Hall non specifica se si riferisca proprio a Tom Dwan ed Alec Torelli, ritratti nella foto di fianco al pari di Richard Yong: i player gli consentono infatti di raccontare cosa accada, ma non di fare nomi e cognomi.

"Quando sono arrivato c'era l'equivalente di 20 milioni di dollari sul tavolo - prosegue Hall - i bui erano a quota $4.000/$8.000, ma nella stessa sessione in precedenza avevano giocato con bui fino a $12.500/$25.000. Non era una partita nella quale mi sarei trovato a mio agio, lo stack più piccolo era pari ad un milione di dollari. E' incredibile pensare che questa partita venga giocata ininterrottamente da più di tre anni, e l'atmosfera al tavolo sia ancora rilassata e piacevole".

Hall parla anche di uno split pot da oltre 5 milioni di dollari - entrambi i giocatori avevano trips di dieci ed AT in mano - e di puntate in bluff al river da oltre 700.000 dollari, in cui a quanto pare chi folda viene allegramente preso in giro da tutti gli altri. In fondo, per loro si tratta di un gioco, e se vivi la partita in modo diverso non sei più il benvenuto.

Pare che le fiches sul tavolo fossero talmente tante che i giocatori non ne avevano a sufficienza, e così sul tavolo giravano anche una sorta di assegni del controvalore di 5.000.000 di dollari di Honk Kong: al cambio si tratta di 645.000 dollari statunitensi. E per chi tra voi è curioso di sapere quanto valgano le fiches in gioco, "Tom Hall" risolve anche questo dubbio.

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Le grandi placche gialle valgono 500.000 dollari di Honk Kong, vale a dire 64.500 $, mentre quelle arancioni 100.000 dollari di Honk Kong, ovvero poco meno di 13.000 $. Infine ci sono le fiches marroni con inserti arancioni rotonde: queste valgono 10.000 dollari di Honk Kong, ovvero circa 1.300 $ ciascuna.

Non c'è da stupirsi, conclude "Tom Hall", che una buona fetta dei partecipanti al Big One for One Drop provengano proprio da Macao. Nonostante lui non sia un giocatore a tempo pieno, a sua volta sta accarezzando l'idea di parteciparvi. Certo altri lo seguiranno, ma ci saranno anche player che si presenteranno a Las Vegas solo per aspettare quegli stessi giocatori ad un tavolo di cash game: naturalmente, sempre che se lo possano permettere...

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