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Una preparazione attenta
Daniel Negreanu in questi giorni è molto concentrato sulle WSOP online e spera di mettere al polso questo benedetto settimo bracciale: manca un titolo dal 2013 e l'ultimo vinto a Las Vegas risale addirittura dal 2008.

Non solo ma vincendo un evento online, diventerebbe il primo player nella storia a trionfare ovunque con le WSOP, dopo i successi in Nevada, in Australia e a Parigi per le WSOPE. Tutto questo, senza dimenticare la polemica a distanza e a suon di tweet con Doug Polk.
Nonostante una vita movimentata, Daniel Negreanu ha trovato il tempo per parlare con i giornalisti della NBC Sports Chicago, rilasciando dichiarazioni interessanti. Soprattutto su Phil Ivey. Alla domanda su chi fosse il più grande di tutti i tempi, Kid Poker non avuto dubbi, indicando il 10 volte campione WSOP. Per il canadese Ivey non solo è il più forte in circolazione, ma per la preparazione mostruosa, è a suo modo di vedere il più forte di sempre.
Poker come varianti
Daniel Negreanu dunque è sicuro di quanto afferma e motiva la sua inclinazione per Phil Ivey. Non è solo rispetto tra colleghi, ma una precisa analisi.
"Quando dici 'poker', penso a tutti i giochi di poker. Penso a Stud, Omaha, Triple Draw, Short Deck e tutte le altre infinite varianti. Ecco Phil Ivey non solo sa giocare a qualsiasi di queste varianti, ma domina in lungo e in largo. Una cosa pazzesca".

"Saperle giocare tutte è una qualità per pochi. Saper fare anche la differenza è la ciliegina sulla torta. Alcune di queste varianti fra l'altro hanno anche pochi margini di lettura e dunque serve il massimo delle skills per poter prevalere al tavolo. E Phil Ivey ci riesce senza problemi".
Ivey regge l'assalto delle nuove leve
La dichiarazione di Daniel Negreanu potrebbe far storcere il naso a qualcuno, almeno nel No Limit Hold'em, dove ci sono tantissimi fuoriclasse che si equivalgono. Ma il canadese continua a non aver dubbi in questo senso.
"Vero che negli ultimi anni abbiamo assistito alla ascesa di tantissimi ragazzi veramente bravi nel NLH. Molti di questi si sono formati nell'online e poi dal vivo hanno martellato senza sosta. E probabilmente nello stesso NLH sono attualmente più forti di Phil Ivey"
"Ma Phil nel complesso non ha rivali. Per le skills che ha sempre messo in campo, per le letture che continua a fare e per la preparazione meticolosa che lo contraddistingue. Fin dai primi tempi eravamo consapevoli di essere davanti ad un predestinato. E da tale ha confermato tutte le previsioni positive che sono state fatte su di lui. Un fenomeno senza precedenti ed uguali al momento".
Gli anni difficili
Quando Phil Ivey ha raggiunto il decimo bracciale in carriera, molti hanno pensato che nel giro di pochi anni potesse compiere il sorpasso su Phil Hellmuth nella classifica dei più vincenti di sempre alle WSOP. Invece, "The Poker Brat" ha allungato a quota 15, con Ivey rimasto al palo a quota 10.
"Sicuramente i suoi problemi per la storia del Borgata con l'edge sorting, attacca Daniel Negreanu, hanno distolto la sua mente dal poker per lunghi mesi. E soprattutto lo hanno allontanato dai tavoli. Ma questo non può influenzare il mio giudizio su di lui. Sono sicuro che quando le acque si saranno calmate lo rivedremo con maggior frequenze sulle scene e con la voglia di recuperare il tempo perso".
Lo score di Phil Ivey
Effettivamente quello che ha fatto Phil Ivey in questi anni non può passare inosservato. Ha vinto 10 bracciali alle WSOP tra il 2000 e il 2014, con 56 piazzamenti "In the Money" e 19 final table raggiunti. Proprio quest'ultimo dato fa impallidire. Praticamente un bracciale ogni due tavoli finali giocati. Semplicemente pazzesco.
Ma il vero regno di Phil Ivey rimane il cash game. Qui il 10 volte campione WSOP ha costruito il suo bankroll e qui è cresciuto in maniera esponenziale, quando ancora il suo nome tornei dal vivo non era fra i più conosciuti. Il salto di qualità definitivo è arrivato con le partite del Big Game al Bellagio di Las Vegas, dove sembra che Phil Ivey abbia messo assieme oltre 100 milioni di dollari vinti.
Difficile non dare ragione a Daniel Negreanu.