Vacilla l’operazione ‘All in’: come era nell’aria, l’inchiesta messa in atto in questi anni nei confronti di molti players italiani, rischia di evaporare e di essere – di fatto – archiviata entro la fine dell’anno, almeno per quanto riguarda quelle contestazioni che si fondando sulle vincite maturate nei casinò dell’Unione Europea.
Entro il 2014 dovrebbe arrivare un’ordinanza (o in alternativa una sentenza) da parte della Corte di Giustizia.
Ma c’è di più: lo Stato italiano rischia l’apertura di una procedura d’infrazione per via dell’ inchiesta contro i poker players e il Governo è già stato invitato a fornire chiarimenti a Bruxelles.
L’entrata in scivolata da parte della Commissione Europea dovrebbe chiudere la partita ed indurre la CGE a prendere una posizione molto chiara. Ma potrebbe avere ripercussioni non solo sul gioco live, ma anche nell’online, tutelando i giocatori che in passato hanno maturato vincite in casinò e poker rooms, con licenza rilasciata da paesi membri dell’UE.
D’altronde, la stessa giurisprudenza europea, in passato si era espressa in maniera chiara sull’argomento, in merito però a precedenti che non riguardavano gamblers italiani (ma i principi sono sempre gli stessi).
Bisognerà però attendere alcuni mesi per conoscere la sentenza (o ordinanza) della Corte.
Tutte ancora da chiarire invece le posizioni legate alle vincite extra UE, come ad esempio quelle maturate negli States (vedi World Series). In questo caso, l’Agenzia delle Entrate potrebbe andare avanti con le contestazioni.
Per tutto il resto, se vi sarà – come molto probabile – una sentenza positiva dei giudici comunitari, le Commissioni Tributarie italiane accoglieranno i ricorsi dei poker players e rigetteranno le istanze dell’AdE.
In un lancio delle agenzie ANSA e Agimeg, sono intervenuti anche i difensori di Cristiano Blanco e dell’altro player romano (che ha voluto mantenere l’anonimato).
L’avvocato Massimiliano Rosa e il dottor Sebastiano Cristaldi hanno commentato: “La Commissione UE non solo ha condiviso integralmente le difese dei nostri assistiti, ma lo ha fatto in modo particolarmente netto. Non si può quindi negare un certo ottimismo allorquando la principale Istituzione comunitaria prende una posizione così perentoria. Tuttavia è opportuno mantenere la massima cautela, visto che il parere della Commissione non è vincolante per la decisione della CGE, la quale potrebbe anche pronunciarsi diversamente”.
I legali hanno spiegato che alcuni loro assistiti hanno presentato reclamo alla Commissione Europea, la quale, in data 13.9.2013, ha comunicato “di aver trasferito le loro denunce, previa riunione, all’ufficio competente per le procedure di infrazione, e di aver avviato le richieste di chiarimenti e informazioni al Governo italiano”.
Leggi qui la decisione della Commissione UE