I bookies inglesi per 50 anni hanno fatto business bancando scommesse di ogni tipo. Questa volta, il giochino sembra essersi invertito e gli storici allibratori – negli ultimi mesi – si trovano in una posizione inedita, quasi costretti a dover subire, in maniera passiva, le 'bettate' degli squali dell'alta finanza londinese.
Al London Stock Exchange, gli speculatori hanno preso di mira i titoli più in vista dell'e-gaming (in particolare Ladbrokes e William Hill). D’altronde, con le novità che a dicembre saranno in vigore nel Regno Unito, si può parlare in modo legittimo di una “rivoluzione" nell'e-gaming per tutto il settore.
Anche gli equilibri politici continentali sono destinati a mutare, considerando la svolta epocale voluta dal premier David Cameron che darà forza e legittimerà in sede europea, il concetto di “controllo centralizzato” del gioco online, in ogni singolo stato membro.
Per 20 anni la Gran Bretagna ha promosso una politica liberista, proteggendo gli interessi dei propri bookies. Ora vuol battere cassa e presenta il conto salato agli stessi.
Secondo un'attenta analisi di Calvinayre, i manager degli hedge fund prevedono un futuro in salita per i bookmakers britannici che operano offshore (in particolare da Gibilterra), per via dell'imposizione delle tasse rivendicate dal Governo, con l’approvazione del nuovo criterio, denominato “punto di consumo”.
Gli speculatori giocano al ribasso, in 'short position' (vendita allo scoperto), prevedendo una flessione dei titoli azionari dei bookies che, ancora per poco, possono raccogliere scommesse nel Regno Unito, senza licenza. Da dicembre, dovranno versare il 15% dei profitti lordi all’Erario britannico.
I fondi più in vista, come Odey Asset Management, Marshall Wace, Blackrock e Bluecrest stanno speculando su William Hill e Ladbrokes.
Il “bookmaker della Regina” è leader nel mercato dell’online in UK e la rivale Ladbrokes segue in seconda posizione. Le due compagnie dispongono anche di centinaia di betting shop (ma stanno disinvestendo nel mercato terrestre).
Nelle ultime settimane, si sono diffusi rumors sempre più insistenti su un futuro impegno del Governo nel limitare la diffusione di terminali di gioco FOBTs (fixed odds betting terminal) nei punti di raccolta fisici.
Dalle prime relazioni ufficiali però sembra che l’approccio dell’Esecutivo sia più morbido rispetto a quanto previsto, a tal punto che vi è stato un rimbalzo sul titolo di Ladbrokes che è cresciuto di sette punti percentuali.
Ma i gestori di hedge found scommettono – ironia della sorte - contro le compagnie di betting. Odey Asset Management ha registrato una short position pari allo 0,64% delle azioni di Ladbrokes e Bluecrest dello 0,6% .
Marshall Wacedello 0.54% nei confronti di Hill, mentre la short position di BlackRock arriva fino allo 0,69 % .
Simon Colvin , analista di Markit, fornitore di servizi di informazione finanziaria, ha espresso la sua opinione sul Financial Times: “i bookies inglesi hanno goduto dei benefici dei terminali per il betting per 13 anni. L’incremento della tassazione sui FOBT (previsto per il prossimo marzo) potrebbe costare all’industria del gambling del Regno Unito ben 75 milioni e il criterio del “punto di consumo”, ulteriori 300 milioni”.