Nella Grande Mela pensano seriamente al poker online: nello Stato di New York è stato presentato un altro disegno di legge, a firma del senatore democratico Gary Pretlow, cinque settimane dopo la proposta depositata dal repubblicano John Bonacic.
Il fatto che siano parte attiva due membri dell'assemblea, appartenenti a due schieramenti differenti, è eloquente sulla volontà di voler disciplinare anche in questo stato l'e-gaming. Non a caso, i due testi di legge sono molto simili. Verrebbero ammessi giochi "che richiedono un alto grado di abilità, come texas hold'em e omaha".
"Al momento - si legge nella relazione di presentazione alla legge - numerosi residenti di New York prendono parte a giochi illegali su internet, non regolamentati e non sicuri. Questa legge consentirà allo Stato di concedere una licenza agli operatori che soddisfano gli elevati standard stabiliti dallo Stato".
Queste le altre condizioni:
- sono previste 10 licenze per il gioco interattivo
- ogni licenza avrà un costo di 10 milioni per una durata di 10 anni
- gli operatori dovranno pagare il 15% sui ricavi lordi
- chi ha raccolto denaro dai players dopo il 21 dicembre 2006 (data di entrata in vigore dell'UIGEA, ndr), come PokerStars e Full Tilt Poker, sarà ritenuto non idoneo all'assegnazione della licenza.
Quest'ultima clausola sorprende (almeno all'apparenza) perché proprio Rational Group (la holding di controllo delle due rooms) era stato uno degli operatori più attivi nel lavorare ad una disciplina del poker online nello Stato. Ma nella patria di Wall Street (molti hedge fund hanno investito in WSOP.com e altre rooms statunitensi), lo "sgambetto" nei confronti degli operatori stranieri, era da mettere in preventivo.
La sensazione è che siamo ad una svolta per il poker online statunitense: dopo Nevada, New Jersey e Delaware, anche New York (8,4 milioni di abitanti) e California (le tribù sono allineate sulla regolamentazione ma divise sulla presenza o meno di PokerStars nel mercato interno) sono ad un passo dal compiere il grande passo.
In questo modo si potrebbe creare un mercato interstatale con una discreta liquidità. Ed anche la Pennsylvania (12,5 milioni di residenti) ha avviato degli studi sull'opportunità di una regolamentazione. In caso di avvio del mercato, il poker online potrebbe garantire revenues annuali per 307 milioni con un gettito fiscale pari a 129 milioni. Se consideriamo anche i casinò online, le entrate per l'erario sarebbero di ulteriori 178 milioni di dollari.
Nel terrestre, al momento, operano 12 casinò e, in questo stato, il tax rate sul rake lordo nel poker è diminuito dal 14% al 12% . Le revenues delle slot sono tassate al 55%. Nel poker online si dovrebbe arrivare al 20% nel texas hold'em e 60% per i casinò virtuali.
L'unico ostacolo alla creazione di una piattaforma unica interstatale riguarda la differenza di tassazione nelle varie realtà. Vediamo nel dettaglio le varie aliquote applicate sul profit lordo:
- Nevada 6,75%
- New Jersey 15%
- Delaware 43,6% (slot online) e 29,4% (altri giochi, poker)
- New York 15%
- Pennsylvania 20% (poker online) e 60% (casinò)