Avremmo voluto essere qua a raccontarvi del primo braccialetto azzurro a queste WSOP 2014 e invece dobbiamo riportare il 5° posto di Mustapha "mustacchione" Kanit, che si affacciava al final day dell'evento #19: 1.500$ No-Limit Hold'em con il secondo miglior stack e una gran voglia di prendersi il titolo di campione WSOP. Mustapha non ci è riuscito ma ha comunque mostrato un poker di altissimo livello, ben superiore a quello di molti giocatori presenti al tavolo finale. Per Kanit un mix di soddisfazione e delusione: se da un lato c'è la gioia per il primo final table WSOP in carriera, dall'altro c'è la rabbia di vedere il braccialetto svanire proprio quando sembrava a un passo.
La giornata iniziava con 12 players rimanenti e il nostro connazionale in seconda posizione nel chipcount. Fin dalle prime battute si intuisce che "mustacchione" vuole prendersi la chiplead e infatti lo vediamo scatenato al tavolo, con un gioco loose-aggressive che gli permette di accrescere notevolmente il suo stack. Il suo stile di gioco gli permette anche di farsi pagare bene quando chiude punti importanti: prima setta con la coppia di 4 al flop e costringe l'avversario a pagare su tre streets, poi si prende un piatto notevole con Q-Q contro l'americano John Hennigan, che proprio non vuole foldare la coppia di 5 sul un board 8-J-J-3-7.
Le prime eliminazioni arrivano solo dopo un paio di ore e avvengono simultaneamente: Ron Mcmillen e Gregg Merkow finiscono ai resti contro lo stesso Hennigan che mostra una coppia di Re in grado di vincere allo showdown. Nonostante non sia Kanit a mandare a casa i due, per l'italiano c'è una chiplead netta ottenuta grazie a molti piatti uncontested e a una costante aggressività, che risulta essere estremamente vincente visto che siamo in piena bolla del final table.
Il ventitreenne di Alessandria dimostra di non avere alcun timore a mettere tutte le chips nel mezzo e infatti la sua giornata è un continuo sali e scendi: in un primo momento sfiora i 3 milioni, poi permette a Darin Stout di raddoppiare quando chiama il suo push con 9 6 ma sbatte contro una coppia di 10. Poco dopo va a scontrarsi con il bosniaco Dejan Divkovic, che oltre a essere l'unico altro europeo al tavolo, dimostra di possedere lo stesso coraggio di Kanit: con uno stack di 1.4 milioni apre il gioco a 50.000 e subisce la 3-bet dell'italiano dal bottone, a cui risponde con una 4-bet a 231.000. Su flop k 5 4 , opta per un check-call di fronte alla puntata di 140.000 di Kanit, che si ripete sul turn 7 questa volta per un totale di 245.000 chips. Il bosniaco decide di chiamare ancora e sul river 5 entrambi checkano, con Dikovic che si porta a casa il piatto da 1.25 milioni mostrando un semplice a 8 , sufficiente a sconfiggere il bluff di "mustacchione".
Il nostro portacolori non viene neanche aiutato dalla Dea bendata visto che successivamente si trova coinvolto in un all-in nel quale mostra a k ma deve arrendersi all'8 8 del solito Hennigan. Rimasto con circa un milione, ecco finalmente una mano in cui la fortuna sorride a Kanit: apre il gioco a 60.000 e subisce la 3-bet di Divkovic. Su flop q 7 q , il bosniaco punta 115.000 e riceve il call. Sul turn 10 decide di pushare e Mustapha effettua il call. Allo showdown i due mostrano rispettivamente q 6 e j 10 con Kanit che trova un a sul river in grado di riportarlo a 2 milioni di chips.
Poco dopo perdiamo Darin Stout in 10° posizione e inizia così il final table ufficiale. A questo punto il gioco si apre maggiormente e, nel giro di una manciata di mani, Dylan Thomassie e Edison Shields si devono alzare in contemporanea, nonostante il secondo mostrasse allo showdown una coppia di Assi. Il loro giustiziere è Dejan Divkovic che gira una coppia di Re e sul board trova addirittura un poker per la doppia eliminazione. È ancora il bosniaco a mandare a casa Hiren Patel in 7° posizione (A-Q che chiude colore contro 6-6) mentre Jamie Kaplan abbandona il tavolo a causa di uno scontro tra short-stack con Jacobo Fernandez.
Nel frattempo Mustapha Kanit è sempre molto attivo ma trova qualche difficoltà a portarsi a casa i piatti, in particolare contro John Hennigan che decide di chiamare praticamente tutti i suoi rilanci preflop, riuscendo poi a chiudere ottimi punti con buona frequenza. Rimasto con 740.000 chips, ecco l'epilogo per "mustacchione": Hennigan apre a 80.000, Divkovic chiama dal bottone e Kanit pusha dal big blind. L'original raiser folda e dopo una lunga riflessione assistiamo all'hero call del bosniaco con a 10 che domina l'*qa* **f* del nostro. Il board non regala sorprese e Mustapha si allontana con l'amaro in bocca ma 117.079 dollari in tasca.
Rimasti in quattro, Divkovic sembra essere il favorito eppure per lui c'è un percorso simile a quello di "mustacchione", visto che il suo gioco, tutto a un tratto, non sembra più funzionare contro Henning e Gillis, due giocatori decisamente poco propensi al fold. Succede quindi che dopo l'eliminazione di Jacobo Fernandez (4°), perdiamo proprio Divkovic, che le mette tutte preflop con a 6 ma deve arrendersi all'a q di Ted Gillis.
Il vincitore Ted Gillis aveva vincite complessive per circa 10.000 dollari prima di questo torneo
Il vantaggio di quest'ultimo in heads-up è importante (5.6 milioni contro 3.8) ma diventa netto quando sul river a 4 j k q Hennigan chiama la sua puntata da 1.5 milioni e mucka di fronte al 4 4 di Gillis. Dopo questa mano non c'è più storia e infatti ecco il capolinea: Hennigan pusha con q 9 ma trova il call dell'avversario con a 6 . Il board è 10 10 a 7 *pk* e per l'amatore Ted Gillis arriva il primo braccialetto in carriera.
Questo il payout del final table:
1. Ted Gillis $514,027
2. John Hennigan $319,993
3. Dejan Divkovic $222,429
4. Jacobo Fernandez $160,193
5. Mustapha Kanit $117,079
6. Jaime Kaplan $86,609
7. Hiren Patel $64,911
8. Edison Shields $49,267
9. Dylan Thomassie $37,834