Proprio come nel resto del mondo, anche in Ungheria impazza la febbre del poker, con migliaia di giocatori - occasionali e non - che coltivano la loro passione frequentando principalmente le maggiori rooms online.
Naturalmente tale fenomeno non è certo sfuggito ai rappresentanti dello Stato magiaro, che anche alla luce di quanto attualmente succede in altri paesi europei, ha deciso di ritagliarsi la propria fetta di guadagni.
Secondo quanto previsto dalle leggi in materia di gioco d’azzardo, il poker sarebbe già assimilabile a questa categoria pur non prevedendo al momento alcuna forma di tassazione, cosa che invece è già stabilita per tutte le altre attività di gioco che sono controllate dal governo in regime di monopolio.
Per rimediare a questa mancanza, è già in fase di studio un progetto di legge che andrebbe a colmare tale lacuna. Secondo quanto riportato dal quotidiano Magyar Nemzet, il segretario di Stato presso il Ministero delle Finanze Laszlo Keller avrebbe riferito che tale legge potrebbe essere approvata già prima della fine dell’anno.
L’attuale bozza prevederebbe una regolamentazione molto dettagliata circa l’organizzazione di partite di poker e relativo carico fiscale. Ma come è già accaduto in altre realtà, anche questa volta chi sta dall’altra parte non vede di buon occhio l’iniziativa.
Mentre infatti il governo intende regolare i club dove si gioca in maniera piuttosto rigida, introducendo ad esempio un limite al numero di tavoli aperti in contemporanea fissandolo a 10 unità e/o introducendo un tetto massimo anche alle somme necessario per giocare, le due associazioni locali, la Hungarian Poker Association e la Hungarian Gambling Association, ritengono che tutto ciò non farebbe altro che spingere, ancora di più, i giocatori nelle braccia degli operatori online e in quelle degli organizzatori di tornei casalinghi illegali.
Gergely Tatar, presidente dell’HPA, suggerisce invece di creare qualcosa che possa attirare gli appassionati verso l’offerta locale, visto che si contano circa 140.000 giocatori su una popolazione di 10 milioni. Il tutto potrebbe partire anche solo organizzando nel paese tappe dei maggiori tornei internazionali, in modo da conferire prestigio ai club locali e invogliare il gioco in apposite strutture regolamentate.
Così facendo, il governo potrebbe garantirsi un rientro annuale in tasse stimabile intorno al milione di euro, oltre naturalmente alle altre entrate che potrebbero derivare, ad esempio, dalla creazione di aziende specializzate nel settore e di nuovi posti di lavoro.